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Nel corso di un'ampia intervista a La Stampa, Dino Zoff ha parlato così dei problemi del calcio italiano:
«La Nazionale deve andare al Mondiale: sarebbe davvero una tragedia sportiva mancarlo ancora. Una qualificazione, invece, farebbe riprendere quota a tutto il movimento e magari anche a invertire questa tendenza».
Ma lei come si spiega questa crisi di un calcio italiano senza più italiani in campo?
«Non c’è grande fiducia nei giovani, però per me il campo dice sempre la verità: in Serie A giocano i più bravi e quindi è un problema con il talento».
Non riusciamo più a farlo emergere?
«Si parla tanto di allenatori e poco di giocatori... Poi il talento non è mai in abbondanza, ma va trovato, protetto e guidato nel modo giusto».
Come si può trovare una soluzione?
«Puntare sui vivai italiani può essere una soluzione. Chiudere le frontiere, invece, non si può più: il calcio è internazionale e così i club pescano i giocatori in giro per il mondo, già pronti e meno cari».
Ora tocca a Gattuso rompere il tabù: ha un consiglio da dargli? Da campione del mondo a campione del mondo, da ct a ct…
«Che lavori con le proprie idee, tirando fuori il meglio che ha. Poi le regole dello sport sono determinazione, voglia e mai piangersi addosso: lui le conosce bene e le incarna perfettamente».
Aver vinto un Mondiale può aiutarlo in questa impresa?
«Aiuta. Ha un curriculum che gli dà una certa forza e ha la qualità per portare avanti l’Italia. Il Mondiale per me è stato il momento più alto della carriera. Vincerlo è il sogno per chi inizia a giocare a calcio: spero che i nostri se lo ricordino per dare il massimo».
Gigio Donnarumma, il capitano di questa Nazionale, non sta giocando: dopo aver aiutato il Psg a vincere la Champions, è stato messo fuori rosa. Lei come se lo spiega?
«È davvero una cosa strana e mi spiace per lui. Però sono altrettanto sicuro che ripartirà bene: ha vinto gli Europei con l’Italia e la Champions. È un grande portiere».
Per giustificare la scelta, il tecnico Luis Enrique ha detto che voleva un portiere più bravo con i piedi…
«Il portiere deve conservare il suo compito fondamentale, che è quello di parare. Poi se è bravo anche con i piedi, ben venga, ma è un valore aggiunto. Io sarò vecchio, ma penso sia un fallimento quando vedo che in una squadra tocca più palloni il portiere del centravanti...»
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