Ecco, per la prima volta dopo quasi 10 anni l’Inter può spararsi un colpo libero di cessioni over 30 milioni. E non riesce a chiuderlo. Prima la telenovela Lookman, su cui pende il bislacco “non interesse” dell’Atalanta all’offerta che però si scopre poi essere una non chiusura alla cessione. E poi il blitz mancato per Koné, durato 24 ore tra intenzione di offerta (che non è offerta ufficiale) e niet definitivo (questo sì chiaro) dei Friedkin. In mezzo, l’opzione Leoni, ma che erroneamente è stato fatto assurgere dai media a trattativa quando invece l’Inter non ha mai detto di voler salire oltre i 20, e dunque una opzione mai esistita se l’intenzione del Parma era andare oltre i 30.
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Palmeri: “Inter farà mercato da 100 mln dopo anni di passione. Lookman? Come dice Totò…”
Certo, se nel mercato non porti a casa gli obiettivi il giudizio non è positivo. E l’Inter non lo porta a casa Koné, e per ora nemmeno Lookman – per ora. Ma è anche vero che i suoi obiettivi giovani a prezzo medio l’Inter li ha presi subito – sarà il campo poi a giudicare la bontà dell’investimento – e adesso si è tenuta un ultimo colpo differente, per status e qualità, per dare uno strappo in avanti al livello della rosa. Sapendo che chiunque compri tra il 15 luglio e il 15 agosto lo fa quasi sempre a prezzi maggiorati dai tempi dilatati delle trattative, che sono sempre un fattore di vantaggio per chi vende. Alla fine, per Koné è stato un tentativo giusto, ambizioso ed educato, che se si scontra con un “no grazie” non può farci nulla. E per Lookman, come dice Totò sarà la somma a fare il totale. E se alla fine non sarà il nigeriano, sarà la qualità dell’alternativa di mercato – di stesso ruolo o differente se si sceglierà un’altra priorità come per Koné – a definire il mercato. Basta che si utilizzino bene le risorse, e non tanto per spendere. Perché gli dei puniscono chi ha le ali e non vola.
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