FC Inter 1908
I migliori video scelti dal nostro canale

copertina

Lautaro, sei campione? Ora dimostralo: il bivio è qui. L’Inter ha bisogno di un vero leader

Lautaro, sei campione? Ora dimostralo: il bivio è qui. L’Inter ha bisogno di un vero leader - immagine 1

Per Lautaro è arrivato il momento di prendere l'Inter per mano: all'orizzonte c'è una notte da campioni veri

Marco Macca

I campioni sono quei giocatori che si differenziano dagli altri per continuità, colpi di genio, personalità e capacità di essere decisivi nei momenti più importanti della stagione. Ed è proprio un giocatore così all'Inter nel momento più complicato e importante di un'annata che vive il suo bivio fondamentale. Il ciclo terribile per i nerazzurri continua nella notte del Diego Armando Maradona di Napoli, dove in gioco c'è probabilmente, oltre al primato in classifica, una buona fetta di scudetto, senza trascurare il Milan. Non c'è margine d'errore, dopo il ko contro i rossoneri, servono attributi e fame. Servono campioni.

Lautaro, sei campione? Ora dimostralo: il bivio è qui. L’Inter ha bisogno di un vero leader- immagine 2

Il quesito è: Lautaro Martinez a quale categoria appartiene? Il dubbio si pone, e non certo per le qualità assolute del calciatore. Il Toro nerazzurro ha tutto per diventare un attaccante di livello mondiale e dai numeri degni di un fuoriclasse che aspira alle vette massime. Tecnica, potenza, cattiveria agonistica e fiuto del gol. Nel menù argentino c'è questo e tanto altro. Ma il quesito si pone comunque. Perché i numeri sono numeri, e a volte, se non un campanello d'allarme, rappresentano quantomeno un elemento di riflessione.

Lautaro Martinez non segna in campionato (e su azione) dal 17 dicembre (contro la Salernitana), in assoluto dal 12 gennaio nella finale di Supercoppa Italiana contro la Juventus, dove trovò la rete su calcio di rigore. Un mese di stop: due, se escludiamo le reti da calcio piazzato. Non è la prima volta che l'argentino accusa simili periodi di magra, ed è l'ultima cosa che ci si aspetta da uno con le sue potenzialità. Se ci aggiungiamo che i gol stagionali in 30 presenze stagionali sono 12, di certo non ci troviamo a un quadro totalmente lusinghiero. Soprattutto se consideriamo che, come testimonia il rinnovo da 6 milioni di euro più bonus concordato con la proprietà, che per lui ha voluto fare uno sforzo economico non indifferente in una congiuntura non proprio favorevole, in estate Lautaro era stato messo al centro del villaggio, vista anche la partenza di Lukaku.

Detto che Martinez resta il miglior marcatore stagionale dell'Inter, era probabilmente lecito aspettarsi qualcosa in più. Un salto di qualità che si è intravisto solo a sprazzi, ma che non è risultato completo. La dimostrazione la si è avuta soprattutto nel derby. Lautaro ha lottato, si è sacrificato, certo. Sono fattori non certo scontati, per un attaccante. Ma, per il resto, in fase offensiva, poca cosa. Di più: sabato pomeriggio, come in altre occasioni, si è avuta quasi la sensazione che fosse assente, che non fosse del tutto presente all'interno del match.

I numeri

Non è sicuramente la prima volta che capita (ricordate, per esempio, il derby d'andata?) ed è un aspetto su cui lui e Simone Inzaghi dovranno continuare a lavorare. Anche perché il 22 agosto Lautaro compirà 25 anni. L'età è ancora dalla sua, ma non più così tanto. In giro per l'Europa, giovani anche più giovani di lui hanno già (da anni) numeri da capogiro, sono contesi dalle più grandi squadre del mondo con cifre che superano i 100 milioni di euro, o ci si avvicinano molto.

Parliamo di Haaland, Mbappé, che hanno valori praticamente inestimabili, ma non solo. Basta guardare in Serie A, dove la Juventus si è assicurata Vlahovic per più di 80 milioni di euro. Tanto per fare un esempio, il serbo, che ha compiuto 22 anni il 28 gennaio, nella passata stagione ha segnato con la maglia della Fiorentina (non una squadra di prima fascia) 21 gol in 40 presenze, più di uno ogni due partite. In generale, Vlahovic, cresciuto esponenzialmente nelle ultime stagioni, è arrivato a 49 reti in 108 presenze in viola, ovvero 0,45 a partita. Se guardiamo i numeri interisti, Lautaro ha invece segnato 61 reti in 162 partite, ovvero 0,37 a partita. E non scomodiamo gli attaccanti più forti a livello mondiale, perché la differenza sarebbe ancor più marcata.

Questo per dire che per Lautaro Martinez è giunto il momento di mettere in campo tutte le sue potenzialità, tutte le sue qualità. Che restano, ben visibili a tutti, e che non possono non portarlo a diventare uno degli attaccanti più importanti d'Europa. Il punto, però, è che il futuro è oggi. E' il momento di diventare definitivamente campioni, di mettere in campo il talento che aveva portato il Barcellona a un passo dal sganciare un assegno da 90 milioni per portarlo in Spagna. E' il momento di imboccare la strada giusta, di scegliere la parte giusta del bivio che separa i campioni dagli ottimi calciatori. E bisogna farlo ora, perché all'orizzonte c'è una partita, quella contro il Napoli, che vale una bella porzione di tricolore. L'Inter ha bisogno di un leader, ha bisogno dei gol di Lautaro. Nella notte più importante, servono campioni.

tutte le notizie di