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Lautaro leader e Diez: le sue parole sottotraccia hanno svelato a tutti cosa accadrà all’Inter

Marco Macca

Una grande prestazione, quella del Toro

Le luci, del mercato e non, sono sempre puntate su di lui. Inevitabile, quando dimostri di poter diventare uno dei migliori attaccanti del mondo. Inevitabile, quando porti sulle spalle la numero 10 dell'Inter. Lautaro Martinez ha ben presto imparato a convivere con pressioni chiacchiere sul suo conto. Fuori dal campo, è quasi sempre in prima pagina. Non certo per comportamenti scorretti o non professionali, anzi. Ma per le sue giocate, per i suoi gol, per le pretendenti che, in giro per l'Europa, non hanno mai abbassato il suono delle loro sirene ammalianti.

A 23 anni, Lautaro Martinez è già un veterano ad altissimi livelli. Merito suo, merito di chi lo ha portato in Europa (Piero Ausilio). Gol e personalità da 'Toro', come da soprannome, ne hanno tracciato contorni e caratteristiche degne di un attaccante fenomenale. Tanto che Barcellona, Real Madrid e Manchester City non hanno mai nascosto troppo il desiderio di portarlo via da Milano. L'Inter, però, ha sempre resistito, chiedendo a ogni occasione utile l'intero ammontare della clausola rescissoria. E ora se lo gode alla grande. Antonio Conte ha disegnato su di lui e su Romelu Lukaku un abito perfetto, una coppia d'oro invidiata in ogni parte del continente calcistico. A loro i tifosi nerazzurri si sono affidati in questa gestione tecnica per accelerare il processo di crescita della squadra e tornare finalmente alla vittoria dopo anni di astinenza.

E, mentre fuori si continua a parlare incessantemente di lui, Lautaro, con gli occhi e la cattiveria che ormai sono diventati un marchio di fabbrica, parla da vero capo. E segna. Da leader. Ieri, per esempio, è arrivata una risposta importantissima. Nel giorno in cui mancava il suo partner preferito, Lukaku, Lautaro ha sfoderato una prestazione da vero fuoriclasse, prendendosi in mano l'attacco dell'Inter e reggendolo praticamente da solo, con Sanchez a orbitargli attorno. Lotte, contrasti, qualità e visione di gioco sopraffina, senza contare la determinazione feroce nel voler aiutare la squadra in fase difensiva. Un assist al bacio proprio per Sanchez in avvio di partita, dopo un gol 'alla Maradona' sfiorato proprio nel giorno in cui la Serie A ricordava Diego. Insomma, pur non avendo trovato il gol, il Toro nerazzurro si è confermato in crescita costante.

Una ritrovata compattezza di squadra, utile per puntare a scalare posizioni in classifica e raddrizzare la stagione, almeno in campionato. Perché, se in Champions la situazione pare quantomeno compromessa, in Serie A c'è ancora una storia tutta da scrivere. Lautaro lo sa, e ha fatto capire a chiare lettere le intenzioni dell'Inter. Nel giorno del Diez, i nerazzurri si sono aggrappati al loro numero 10. Lautaro c'è. Un leader che ha tutte le intenzioni di trascinare e di essere decisivo. E di alzare un trofeo a Milano. Il Barça può attendere.