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Onana: “Titolare nell’Inter? Non sono sorpreso, con Handanovic molto diversi. Lukaku manca”

Andrea Della Sala

Meglio un inizio morbido o debuttare con una supersquadra come il Bayern come è capitato lei?

«Non puoi dirlo prima: se il Bayern te ne fa 5 forse non è il massimo come debutto... Nel 2017 ho perso con l’Ajax la finale di Europa League con lo United, non perché fossimo più scarsi di loro, ma perché avevamo paura. Il giorno dopo quel match chiamai mia madre e le dissi: “Non voglio più avere paura su un campo di calcio, anche se mi capiterà di giocare con Barça e Real insie- me”. Se perdo non deve essere più perché ho tremato, perché ho abbassato lo sguardo, ma per- ché il rivale mi è stato superiore. È diventata una regola di vita. In generale, io mi alleno e vivo per serate così: mi esalta affrontare rivali grandi come il Bayern e alla fine è andata abbastanza be- ne, anche se non sarò mai felice per una sconfitta».

Ma sente di aver cambiato l’Inter con la sua presenza lì tra i pali?

«Posso dire che la squadra si sta davvero abituando al mio stile. Adesso, se su un cross non esco, Skriniar mi guarda male e Dumfries mi urla “Onaaaaa!”. Io rispondo che non posso uscire sempre, sempre, sempre, ma il fatto che loro facciano così mi rende felice. Significa che si fi- dano, che ci capiamo, che voglio- no che rischi. Poi a me piacciono le partite che diventano battaglie difensive: niente può esaltarmi di più di una sfida come quella che abbiamo giocato tutti insieme al Camp Nou. Guardavo la squadra da dietro ed era uno spettacolo: compatta, corta, unita. Si muoveva come una cosa sola e pazienza se i miei ex compagni in Catalogna ci hanno accusato di difensivismo. Quando poi ve- do Skriniar andare sull’uomo con quella cattiveria e urlarmi in faccia la sua carica, penso: “Che guerriero! Con questo ci andrei in battaglia sempre!”. Ma tutti i nostri difensori, così alti e grossi e duri, mi fanno sentire protetto. Anche se so che abbia- mo preso troppi gol finora....».

Così a Barcellona molto del 2-3 di Gosens è merito suo...

«No, è di tutta l’Inter che è una squadra davvero di alta, altissi- ma qualità: dobbiamo solo esse- re consapevoli di quanto siamo forti e in Champions potremo essere molto pericolosi, credete- mi... Quella volta ho lanciato per- ché ho visto Lautaro fare un mo- vimento con la mano, come un segnale, poi il resto è una sua giocata fenomenale e una con- clusione perfetta di Robin. Ma questa Inter è piena di giocatori tecnici...».

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