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Zanetti: “Inter forte, il ciclo è già aperto. Lautaro resta. E ora ho un altro sogno”

Zanetti: “Inter forte, il ciclo è già aperto. Lautaro resta. E ora ho un altro sogno” - immagine 1
Il vice presidente è stato ospite di Super Tele, su DAZN, e ha parlato della vittoria dello scudetto e della seconda stella nerazzurra
Eva A. Provenzano Caporedattore 

Javier Zanetti, ospite di Super Tele, su DAZN, ha parlato della vittoria del ventesimo scudetto dell'Inter e della conquista della seconda stella. Queste le parole del vice presidente nerazzurro nel suo intervento nel programma condotto da Pierluigi Pardo. «Come sto? Mangiato sì, bevuto no. Sono astemio, Resta la felicità dei tifosi innanzitutto e il percorso fatto dall'inizio alla vittoria del campionato. Inzaghi e i suoi hanno fatto un grandissimo lavori, consapevoli di essere forti, ma doveva essere dimostrato sul campo e l'Inter ha dimostrato con personalità e gioco di essere la più forte».

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«C'è stato un momento di difficoltà per tutti perché i risultati non arrivavano. Qual è stata la svolta? Essere arrivati in finale era un grande traguardo, doveva vincere facile il City ma per come si è svolta la partita potevi anche vincerla ed è rimasto un rammarico. Da lì la consapevolezza di essere una squadra forte che poteva combattere per traguardi importanti».


Protagonisti e consapevolezze

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-Cosa ha cambiato Inzaghi in questa Inter?

Tantissimo, le sue idee. L'Inter ha giocato bene e divertiva, tutti potevano esprimersi al meglio sul campo, il mister ha dato consapevolezza alla squadra. La voce? Si impegna tanto anche a bordo campo, ci tiene. I ragazzi lo hanno seguito in tutto, si vedeva dall'atteggiamento ad ogni partita. Calhanoglu? Il mister gli ha dato fiducia e lui è stato importante sia in difesa che in avanti.

-L'idea Thuram?

Bravi Piero e Baccin, che lo seguivano da tempo, lo abbiamo aspettato perché avevamo fiducia dopo l'infortunio al ginocchio. Non era facile adattarsi, lui si è adattato subito, ha trovato feeling con Lautaro subito ed è stato determinante.

-C'è stato un momento in cui ha pensato che senza Lukaku sarebbe stato difficile? 

La sua bravura nessuno la discute, con noi ha fatto bene, ha vinto un campionato con Antonio ed è stato determinante. La sua scelta di non voler restare? Credo che nessuno se lo aspettava per la tempistica, avremmo avuto un'altra strategia. La sfida è stata trovare l'alternativa. Ma siamo stati bravi, si è creato un gruppo importante. 

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-Lautaro che dice che nel calcio non si sa mai? 

Lautaro è contento all'Inter, sta bene la sua famiglia, il ruolo di capitano lo ha fatto in maniera esemplare. Noi quando Milito lavorava nel Racing lo seguivamo e Diego mi diceva sempre che era forte, aveva 19 anni e mi ha sorpreso con una tripletta. Era contento dei tre gol ma non della prestazione e uno che dice così pensi che ha qualcosa che fa riflettere. Era quasi certo che stava per andare all'Atletico. Un giorno mi ha chiamato il procuratore e ci hanno detto che potevamo parlarne. Sono venuti a Milano, poi Piero è andato in Argentina. Di lui mi piace che si è migliorato ogni anno e adesso ha una maturità che ne fa un punto di riferimento.  

-Tanti sono stati determinanti dalla panchina. Giocatori che si allenano bene, ma poi il problema è l'anno dopo...

E fanno lavorare bene chi fa da titolare: tutti si sono sentiti importanti e hanno dato il loro contributo, Carlos Augusto, Darmian, un giocatore importantissimo e intelligente, tutti volevano mettersi in mostra, ci credevamo fino alla fine e abbiamo vinto tante gare così. Anche Frattesi è stato importante. Come quindi si migliora l'Inter? Lavorando nella stessa maniera, abbiamo vinto un campionato importante, ma dobbiamo difendere quello che abbiamo vinto, i presupposti ci sono. C'è un gruppo umano importante. 

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Il calciomercato e il gap con le big europee

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-Quanti ne state seguendo sul mercato? 

Dipende dalle opportunità che si presentano. Per vincere devi costruire una squadra che lavori fuori dal campo a pari livello con quella che scende in campo. La società secondo me deve esserci nei momenti difficili. Come quelli del mister, la società deve supportarlo, se credi nell'allenatore lo sostieni. 

-Con Zhang?

Siamo in contatto permanente, era felicissimo per questa vittoria e dispiaciuto per non esserci. È tranquillo perché sa che la società è in buone mani. 

-Che mercato sarà e come si colma il gap con le big d'Europa? 

Se guardi la finale di CL sembra che non ci sia ma il gap c'è. Con la Premier ad oggi non si può competere ma per sfida dobbiamo trovare giocatori funzionali per il mister, che sappiano mettersi la maglia dell'Inter, che vive di pressioni e obiettivi. Quello che abbiamo preso ci hanno dato ragione e speriamo che quelli che arriveranno arricchiscano la squadra. 

-Cosa resta dopo l'Atletico? 

Sempre c'è da imparare una lezione e resta il rammarico perché c'era la chance di passare, sia all'andata che al ritorno potevamo segnare e passare alla fase successiva. La CL è una questione di dettagli, specie contro squadre ostiche come l'AM. 

-Sarebbe bello che l'Inter possa regalare al calcio italiano una nuova bandiera o non esistono più? 

Sarebbe bellissimo, significa che ci tengono all'Inter. Lautaro è con noi da sei anni. Bastoni, Dimarco, Barella, se li senti parlare si identificano con i nostri valori e mi piacerebbe potessero fare una lunga carriera con noi ma oggi è difficile. E quando hai grandi giocatori le altre squadre arrivano, poi sta a un giocatore decidere se andare o meno anche di fronte a grosse offerte.

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-Arrivate telefonate per i calciatori dell'Inter?

Tante. Sono giocatori che hanno fatto una stagione straordinaria ed è normale arrivino. Ma la tranquillità è che sono tutti felici di restare. L'anno prossimo abbiamo tante partite tra CL, Mondiale per Club e scudetto, sarà impegnativo e intenso, dobbiamo fare una squadra competitiva. 

-Dimarco, c'è qualche consiglio che gli hai dato? 

Fede è cresciuto tanto, è cresciuto nell'Inter. Si sta vedendo la classe che fa; è interista dentro e si vede da quello che fa in campo e anche fuori con i cori. 

-C'è stato anche Icardi, lo sente ancora che qualcuno diceva volesse diventare un Zanetti coi tatuaggi? 

Ci può stare che avesse quel desiderio, poi sappiamo come è andata ed è andato via. Da tanto non lo sento, ma se lo vedo, magari a Milano, lo saluto volentieri. 

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-Inter può aprire un ciclo, obiettivo è diventare protagonisti in Europa quindi servono giocatori ancora più intercambiabili ma dovrà essere bravo Inzaghi a cambiarli...

Avremo tanti impegni. Noi non dobbiamo aprire un ciclo, è iniziato con Conte e abbiamo vinto tanto da allora, abbiamo fatto anche la finale di EL e CL. La squadra si è competitiva, siamo stati bravi a sostituire i giocatori importanti che sono partiti e la squadra è rimasta competitiva. 

-Lo scudetto mancato nel 2022? 

Sono cose che possono succedere, sono stati bravi che ci hanno creduto fino alla fine e hanno vinto. 

-Più bello vincere da giocatori o da dirigente? 

Sono sensazioni differente: sono felice. In campo però ti sfoghi, si soffre di più fuori dal campo. Il fatto di far parte comunque di questo ti rende felice. 

-Mourinho lo senti? 

Ci sentiamo, adesso è tranquillo. De Rossi sta facendo un grandissimo lavoro ma mi è dispiaciuto dell'esonero di José, so quanto ci tiene alle sue squadre. Di sicuro non se lo aspettava, ma fa parte del calcio. 

-Tanti tifosi interisti hanno detto che una festa così neanche col Triplete...

La seconda stella, la vittoria nel derby, il percorso: stavano aspettando di festeggiare, giusto così: è una delle pagine più importanti del club anche se ora i ragazzi non si rendono conto. 

-Quanto si sente italiano e cosa pensa dell'Italia di Spalletti?

Mi sento italiano, i miei figli sono nati qui e l'Italia è ora il mio Paese senza dimenticare l'Argentina. Non sarà semplice per Spalletti, siamo mancati negli ultimi mondiali, mi auguro che si possa tornare a qualificarsi al Mondiale, senza il Mondiale non è uguale. 

-Ti aspettavi le difficoltà nel Napoli?

Il Napoli è una squadra che mettevo da protagonista, nessuno se l'aspettava. 

-Chi ti ha colpito particolarmente dei giocatori in questa stagione? 

Mi ha sorpreso Carlos Augusto, non lo conoscevo tanto. Fisicamente, è molto intelligente, può giocare in diversi ruoli. Ho apprezzato presenza e personalità. Darmian ovunque lo metti ha un rendimento sempre molto alto. Frattesi ha dimostrato di voler spaccare tutto ogni volta che entrava lo ha dimostrato. 

-Quanto fastidio ha dato a Inzaghi la sconfitta contro il Sassuolo?

Ha dato fastidio a tutti, Inzaghi, giocatori e noi. Il Sassuolo ha trovato il gol, si è difeso bene. Abbiamo creato le occasioni e l'allenatore e i ragazzi erano tutti arrabbiati dopo la sconfitta. Ci teniamo a finire bene.

-Lautaro capitano dell'Inter anche nella prossima stagione? 

Sì, si può stare tranquilli. Lo ha detto anche lui. 

-Napoli, Juve o Milan chi fa paura come possibile contendente? 

Paura non so, ma rispetto per tutte. Riconfermarsi è difficile e per noi questa sarà la sfida. 

-Cosa altro sogna Zanetti: se ha un rimpianto o un sogno? 

Alzare una CL come dirigente, sarebbe fantastico. 

(Fonte: DAZN)

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