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MILAN, ITALY - NOVEMBER 05: Lautaro Martinez of FC Internazionale celebrates after scoring the first goal during the UEFA Champions League 2025/26 League Phase MD4 match between FC Internazionale Milano and FC Kairat Almaty at Stadio San Siro on November 05, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Mattia Pistoia - Inter/Inter via Getty Images)
Il post partita dell'Inter stavolta è uno sguardo sincero allo specchio. Chivu e i suoi ragazzi non si sono affatto piaciuti contro il Kairat Almaty ieri. La serata sarà anche andata come volevano, ma prima di archiviarla del tutto è stato giusto rimuginarci un attimo su. Fa parte di un'analisi che deve essere lucidamente severa e che deve prescindere dal risultato. Così si tiene alta l'asticella in una stagione in cui l'obiettivo è evitare alti e bassi, ma anche tracolli sul lungo periodo. Ogni risultato ottenuto deve portare con sé un checkpoint dal quale partire alla ricerca del bottino successivo.
Per questo non è sicuramente da sottovalutare quanto fatto dalla squadra finora in campo internazionale. Il giudizio è senz'altro positivo, perché la tabella di marcia è perfettamente rispettata: i 12 punti in quattro partite sono proprio ciò che si chiedeva all'Inter all'inizio del percorso. Non altrettanta soddisfazione avrà riscosso invece il brainstorming nello spogliatoio ieri nello specifico dei 90' contro i kazaki. Il primo ad assumersi responsabilità - e sembra quasi stonato dopo una vittoria - è stato Chivu: si aspettava una risposta diversa in termini di prestazione e solidità di risultato. I giocatori intervistati hanno sottoscritto tale giudizio: l'approccio e lo sviluppo della gara non sono stati all'altezza.
L'Inter ha sottovalutato l'avversario, pur consapevole di quanto sia importante nella nuova formula rimpinguare la differenza reti. Anzi, a un certo punto ha rischiato addirittura di lasciare punti per strada. Sarebbe stato delittuoso. Il bicchiere mezzo pieno riguarda sicuramente la capacità di reagire ancora dopo l'1-1 quasi tragicomico, rimettendola sul binario giusto. C'è un momento però che certifica la prestazione non all'altezza: al 71' Chivu si sarebbe aspettato di poter inserire Diouf, con la partita già in cassaforte, per dargli minuti e accelerare il suo inserimento. Se invece si è visto 'costretto' a mettere Calhanoglu, vuol palesemente dire che qualcosa è andato storto. E quel qualcosa riguarda la tenuta mentale della squadra, come candidamente ammesso anche da Dimarco e Carlos Augusto.
L'Inter continua a essere la prima nemica di se stessa. Questo fa paura più di qualsiasi altra cosa e giustifica anche i volti bui e rammaricati dei calciatori all'uscita dagli spogliatoi. C'eravamo, possiamo testimoniarlo. Il clima non era esattamente quello che di solito si respira dopo una vittoria. E' una buona notizia, significa che il messaggio è passato. E per fortuna dell'Inter non è stato necessario perdere punti per capirlo. L'allenatore avrà anche le sue responsabilità, ma dietro lo scudo sfoggiato a protezione dei suoi ci sono responsabilità evidenti che riguardano qualche senatore, ma anche alcune tra le alternative con maggiore esperienza che avrebbero dovuto approfittare di una chance invece sciupata. Così non è stato. E non un dramma, per una volta. Ci mancherebbe. Sarebbe un guaio però sottovalutarlo: l'impressione, uscendo dal Meazza, è che la squadra abbia capito. Vedremo.
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