editoriale

Fuori i secondi (12)

É sempre una questione di tempo. Partite di 90 minuti che sembrano durarne almeno il doppio. Minuti dilatati dalla sofferenza in attesa di quel fischio, che per fortuna, prima o poi arriva sempre. Liberatorio. All’Inter sono sufficienti tre...

Sabine Bertagna

É sempre una questione di tempo. Partite di 90 minuti che sembrano durarne almeno il doppio. Minuti dilatati dalla sofferenza in attesa di quel fischio, che per fortuna, prima o poi arriva sempre. Liberatorio. All'Inter sono sufficienti tre minuti per decidere le sorti del derby meneghino. Tre minuti siglati dalla testa di Walter Samuel, che non ha mai perso un derby (dieci su dieci). Tre minuti per confermare le mancanze del Milan, più nitide in presenza di calci da fermo che troppo spesso fanno convolare il pallone nella loro rete. E se Milito non si fosse mangiato un gol poco dopo, la partita avrebbe preso pieghe di rara bellezza con quell'atteggiamento di pura carica offensiva che ha fatto tremare il Meazza nell'avvio scoppiettante di buone intenzioni.

La vergogna che il Milan, ampiamente pungolato dai media, urla senza il minimo accenno al pudore risiede tutta nei 12 secondi che Allegri reclama alla fine del primo tempo. Non la rete non valida di Montolivo (tra l'altro l'unico tiro con il quale ha centrato la porta ieri) per un fallo fischiato prima su Handanovic, ma quei 12 secondi strappati alla manovra rossonera. Ci riesce difficile comprendere cosa avrebbe potuto fare di diverso il Milan in quei dodici secondi. Soprattutto perché ha avuto ben 90 minuti a sua disposizione per ribaltare il risultato. Ma non é riuscito nemmeno a pareggiare.

I minuti acquistano importanza per i nerazzurri, quando a Nagatomo viene comminato il secondo cartellino giallo per un tocco di mano (che c'era) in un'azione totalmente estranea al gioco. E se non avessi visto Siena-Juventus e la seconda ammonizione allucinante non data a Chiellini me ne sarei fatta anche una ragione piuttosto in fretta. Invece boh. Avete presente quando vi dicono: Signori, questo é il regolamento? Significa che questo é il regolamento, che questo stesso regolamento normalmente non viene applicato, ma ora sì. Fate poche domande. Valeri lo avrà considerato una sorta di riequilibrio dei conti, date le proteste dei rossoneri? Non lo sappiamo. Certo è che giocare per 44 minuti in inferiorità numerica non ci ha di certo regalato vantaggi o favori di sorta. In quel momento il Milan aveva tutte le carte in regola per attuare una supremazia e cambiare il risultato. Ma forse la loro mente non riusciva a non pensare a quei maledetti 12 secondi.

Veniamo al dunque. Ce lo avete insegnato voi. Non ci si attacca agli episodi, bisogna guardare oltre ed essere obiettivi. E allora dopo una sequela di derby nei quali c'era sempre qualcosa che ci tagliava le gambe (e una volta l'espulsione, e la successiva il rigore inesistente...), non potete semplicemente cambiare le regole. Non potete di colpo punzecchiare il Milan ed invitarlo a lamentarsi (come se ce ne fosse bisogno, poi). Non dopo che non è stato in grado neanche di pareggiare contro una squadra ridotta in 10. Non potete dire che l'espulsione di Chiellini avrebbe rovinato lo spettacolo e far finta che a Milano invece non sia accaduto esattamente questo. Abbracciate una linea e mantenetela. Non attaccatevi ai numeri solo quando vi fa comodo. Dodici secondi sono poca roba, ne converrete. Ma forse ancor meno sono i punti che ha il Milan in classifica. Sette per l'esattezza.

Twitter @SBertagna