editoriale

Gira la ruota

Quando vinci tanto la cosa incredibile é dover spiegare per quale motivo ti ritrovi improvvisamente a perdere. Perché quello che fino ad un attimo fa era straordinario ora puzza di normalità. Verrebbe da dire che é fisiologico. Che non si può...

Sabine Bertagna

Quando vinci tanto la cosa incredibile é dover spiegare per quale motivo ti ritrovi improvvisamente a perdere. Perché quello che fino ad un attimo fa era straordinario ora puzza di normalità. Verrebbe da dire che é fisiologico. Che non si può vincere per sempre. E che i cicli iniziano e semplicemente finiscono. C'est la vie. Se ne é accorto il Barca sentendosi quasi in dovere di scusarsi per l'eliminazione ad opera del Chelsea. Se ne é accorta l'Inter. Da tempo, ormai.

Anche Stramaccioni ha sfiorato l'argomento passato, ma per ricordare che non é cosa. In un anno come questo vale solo il presente immediato. Perché un minuto dopo potrebbe essere già tutto cambiato. Stramaccioni sarà anche giovane e predestinato, come dice qualcuno, ma di sicuro ha una personalità che spicca. E che non si fa mettere i piedi in testa. Gli chiedono se ha condiviso con Forlan la scelta di escluderlo e Andrea sgrana gli occhi. Secondo lei io mi metto d'accordo con i giocatori per le mie scelte? E alla dichiarazione diamo per scontato che l'Inter non sia un granché Stramaccioni risponde secco. Non usi il plurale, io non condivido per nulla. Ha ragione Strama a difendere il suo trend positivo e ha ragione anche a crederci. Finché lì davanti si perdono punti é legittimo farlo. Un dovere se ti chiami Inter. Questione di storia, questione di DNA. 

Twitter @SBertagna