Che rumore fa il dolore? In un sabato pomeriggio, quello appena volato via, é un corpo troppo giovane che si accascia su un campo di calcio. Senza preavviso, senza motivo. Non siamo nessuno per dire che una tragedia come questa poteva essere evitata. Non siamo nessuno, ma chi di dovere una riflessione su questa trafila di morti la faccia comunque. Seriamente. Piermario Morosini, giocatore in prestito al Livorno, é morto oggi all'età di 26 anni. Un attacco cardiaco lo ha stroncato mentre faceva la cosa che più amava fare. Giocare a calcio. Non siamo nessuno nemmeno per parlare della sua famiglia, segnata da eventi tragici, scalfita da un accanimento non comune del destino. Piermario era rimasto orfano e aveva una sorella disabile. Soprattutto per rispetto nei confronti della sua famiglia, sfogliare oggi l'album privato dei suoi ricordi ci sembra maledettamente inopportuno. Vagamente fuori luogo.
editoriale
Il gioco del silenzio
Che rumore fa il dolore? In un sabato pomeriggio, quello appena volato via, é un corpo troppo giovane che si accascia su un campo di calcio. Senza preavviso, senza motivo. Non siamo nessuno per dire che una tragedia come questa poteva essere...
Si continuerà a discutere della tempestività dei soccorsi, cercando di capire se quei tre minuti di ritardo hanno influito sul suo decesso e sul perché ci fosse una macchina dei vigili ad ostruire l'ingresso all'ambulanza. Sui controlli che si fanno agli atleti e sui sempre più numerosi calciatori che muoiono su un campo di calcio. Carichi di tutti questi interrogativi avete fermato il campionato e va bene così. Più che a trovare risposte concrete ad una tragedia che probabilmente non ne ha, servirà a capire che ci sono eventi più grandi di noi e di una partita di calcio. E che per quanto pensiamo di controllare le fila della nostra esistenza c'é sempre qualcosa che ci ricorda che a volte é tutto inutile. Apparentemente privo di un senso evidente.
Avete fermato il campionato e avete fatto molto probabilmente bene. L'Udinese, squadra di provenienza di Piermario Morosini, non avrebbe comunque messo piede in campo, sostenuta da un'Inter ovviamente rispettosa di un dolore immediatamente diventato il dolore di tutti. Avete fermato il campionato e avete gridato che era il momento di fare silenzio. Eppure le foto di un giovane che moriva con gli occhi sbarrati le avete messe sulle vostre home page. Avete rincorso con i flash i suoi compagni di squadra alla ricerca delle lacrime più autentiche ed esclusive da proporre. Li avete rincorsi fino in ospedale. Vi siete trovati a parlare di Piermario come se fosse stato vostro fratello, un cugino, il migliore amico. I collegamenti non si sono spenti all'unisono con la giusta decisione di fermarsi nel rispetto di una vita spezzata. No, si sono fatti incalzanti. Farciti di polemiche sterili, che tra qualche giorno avrete già dimenticato. Ricchi di aneddoti strappati ad una storia improvvisamente interessante. Sarebbe stato sufficiente avere rispetto. Spegnere i riflettori e fare l'unica cosa richiesta in questi momenti orrendi e maledetti. Il gioco del silenzio. Eppure dovreste conoscerlo. Non ve l'hanno insegnato da piccoli?
Twitter @SBertagna
© RIPRODUZIONE RISERVATA