editoriale

Il male (é) minore

  Tempo fa era tradizione assegnare delle stelline immaginarie ai campionati disputati. Correva l’anno 2006 e dalla scena di serie A spariva improvvisamente la squadra bianconera, richiamata in serie B ad espiare colpe piuttosto gravi. La...

Sabine Bertagna

 

Tempo fa era tradizione assegnare delle stelline immaginarie ai campionati disputati. Correva l'anno 2006 e dalla scena di serie A spariva improvvisamente la squadra bianconera, richiamata in serie B ad espiare colpe piuttosto gravi. La squadra rossonera pagava il suo coinvolgimento nella medesima vicenda calciopolitesca con una penalizzazione, che nonostante lo sdegno generale le permetteva di partecipare alla Champions. E quindi nell'atavico gioco del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto il ciclo dell'Inter vincente iniziava per l'assenza di avversarie vere. Una era in B e l'altra arrancava in campionato. Nessuno, comunque, ne sentiva particolare mancanza. Solo per puntualizzare.

Dicevamo che l'Inter si stava avviando a scrivere pagine di rara bellezza. Eppure ogni anno c'era qualcosa che non andava. Mancava sempre qualcuno. O quel qualcuno non era preparato. Eppure la Roma era spesso lì dietro ad un soffio, le squadre giocavano più o meno tutte alla morte e in Europa per alzare quella magnifica Coppa si era dovuto eliminare un Chelsea in gran spolvero e il Barca stellare, quello dei marziani. Ma non avevamo avversarie degne. Non lo erano mai abbastanza, per il pubblico esigente.

Per tornare ai giorni nostri, ché questo non vuole essere minimamente un articolo nostalgico, l'Inter post-triplete entrava in una fase di turbamento chiamata più comunemente crisi. Spaesata, meno consapevole, sfortunata. Ma le avversarie erano così temibili che i nerazzurri rischiarono di vincere il campionato. Il divario era così prepotente che rischiò di sfumare nel nulla. Quest'anno l'Inter ha avuto poco da raccontare. Succede anche ai migliori. Prima si parlava di futuro a lungo termine, ora ci accontentiamo della prossima partita. E se ci guardiamo intorno non riusciamo ad intravedere esempi memorabili da seguire. Squadre che erano state bollate come le sorprese del campionato sono state ricacciate nella normalità (Udinese, Napoli e Lazio), lì davanti a contendersi la vetta solo le vecchie alleate Milan e Juventus. Le quali si guardano bene dal sottolineare che il campionato é mediocre e che grandi avversarie (vedi Inter per citarne una) a dare fastidio non ce ne sono. Eppure noi quest'anno, sempre per la famosa legge del bicchiere, non abbiamo nulla da perdere. Oltre ad un determinato obiettivo (importantissimo) non ci si potrà comunque spingere. Chi ha qualcosa da perdere (chi piú, chi meno) é lì davanti che sgomita per un gol non visto e un fuorigioco che non andava fischiato. Chi ha qualcosa da perdere sono Milan e Juventus. E l'unica consolazione é che una delle due alla fine lo perderà davvero.

Twitter @SBertagna