editoriale

Il numero dell’arroganza

Continueranno a ripeterlo fino a quando non vi sembrerà normale. Anni di esercizio paziente. Sono forti, loro. Sono tifosi. Sono giornalisti di testate importanti e di televisioni. Sono (ex) dirigenti. Non si stancano di ripetere come un mantra...

Sabine Bertagna

Continueranno a ripeterlo fino a quando non vi sembrerà normale. Anni di esercizio paziente. Sono forti, loro. Sono tifosi. Sono giornalisti di testate importanti e di televisioni. Sono (ex) dirigenti. Non si stancano di ripetere come un mantra la loro verità. Lo fanno da così tanto tempo, ormai. Le loro parole profumano di convinzione. E i vostri sguardi tradiscono incertezza. Dopo mesi di bombardamento mediatico siete andati a rileggere di nascosto la storia che pensavate di aver dimenticato. Invece, era esattamente come ve la ricordavate. Ma quell'incertezza è la loro vittoria personale. Sul campo.

Perché se da una parte le sentenze sono una storia confermata nei vari gradi di giudizio e di giustizia, dall'altra c'è quella strana macchina mediatica messa in moto furbamente tempo fa. Ai tempi l'argomento era bello che sotterrato. Eppure di colpo sui giornali iniziammo a leggere di nuove verità. Verità che non trovarono mai un riscontro nelle aule dei tribunali. Queste verità (stiamo ancora cercando la madre di tutte) avrebbero dovuto ripristinare il loro ordine universale. Fingendo che non fosse successo niente. Tanto lo facevano tutti. Tanto, era sempre stato così. Tanto.

In qualsiasi paese gli sbagliati sarebbero loro. Le leggi del mondo normale li avrebbero confinati nell'universo parallelo che si sono costruiti. Avrebbero bollato quell'arroganza tracotante come frutto di un'abitudine coltivata negli anni e sfuggita al controllo. Avrebbero messo dei limiti al perimetro della sbruffonaggine. Non c'è nulla in questa storia, anche arricchita di nuovi particolari, che smonti la teoria di base. Nulla. Ma loro sono abituati a trovare all'interno di 600 pagine di sentenza l'unica parola amica e a spacciarla come sintesi assoluta. Lo faranno fino allo sfinimento. Lo faranno finché qualcuno non dirà loro di smetterla in maniera definitiva. Lo faranno fino a quando, quello che vanno dicendo da anni, non vi sembrerà semplicemente normale.

Twitter @SBertagna