editoriale

MILITO’O

Esiste un modo scientifico per misurare il gioco prodotto? Quando possiamo sostenere che la nostra squadra ha effettivamente prodotto del gioco? Forse non quando la partita finisce 0-0, pur essendoci delle eccezioni anche in questo specifico caso....

Sabine Bertagna

Esiste un modo scientifico per misurare il gioco prodotto? Quando possiamo sostenere che la nostra squadra ha effettivamente prodotto del gioco? Forse non quando la partita finisce 0-0, pur essendoci delle eccezioni anche in questo specifico caso. Ma le traverse, come il possesso palla, non generano reti. Come giocare bene non é spesso sufficiente a vincere una partita. Dove vogliamo arrivare? Lo scoprirete presto. Analizzando le partite giocate fino a ieri, senza scendere nemmeno troppo in profondità, si scoprono alcuni dati interessanti. Prendete Milito, per esempio. Nell'era di Gasperini segna (parliamo di campionato) 2 reti in 3 partite, di cui 2 nella partita con il Palermo (che evidentemente esalta l'argentino). Punti totalizzati 1 punto in 3 partite.

All'era del Gasp subentra quella di Claudio Ranieri, che nonostante il periodo negativo dell'argentino, sostiene Diego e si ostina a farlo giocare. In alcune partiite sembra quasi non voler vedere le clamorose reti sbagliate. Fa di Milito la sua personale scommessa e di questo dobbiamo ringraziarlo. Perché aveva ragione. Chi, davanti all'ennesimo pallone gettato inspiegabilmente verso un cielo non più così benevolo, non si era fatto scappare imprecazioni irripetibili? Con Ranieri l'argentino segna in totale 12 reti, di cui una sola nel 2011 (nell'arco di 12 partite) contro il Bologna. Il suo periodo NO sembra volgere al termine nella partita con il Parma, la prima dell'anno nuovo, dove dei 5 gol segnati dall'Inter 2 portano la sua firma. Dalla partita con il Parma a quella che a Ranieri costa l'esonero, quella con la Juventus, Diego segna 11 gol. 10 gol in 14 partite. Non male eh? Punti totalizzati 40 in 26 partite.

E veniamo a noi. All'era di Stramala e della Nuova Primavera dell'Inter (nei limiti del consentito ci piace sognare, siamo degli inguaribili romantici, noi). Andrea Stramaccioni totalizza 7 punti in 3 partite. Lo fa accompagnato dall'entusiasmo generale (quello che si concede alle novità interessanti, per intenderci), già un po' smorzato dopo il pareggio contro il Cagliari. La vittoria di ieri ha quindi riportato in auge l'effetto Stramaccioni. Sotto la sua gestione Diego Milito ha segnato finora 6 reti (di cui 3 contro il Genoa). 

Quale sarebbe il punto, vi starete chiedendo. Torniamo al gioco. Non si può dire che quello dell'Inter al momento sia di caratura pregiata. Ma ha un piccolo pregio che porta il marchio dell'allenatore che da tre partite siede sulla panchina nerazzurra. L'Inter di adesso non é ordinatissima, ha una difesa facilmente perforabile, ma la sua vicinanza alle porte avversarie é inesorabilmente cresciuta. In teoria, per vincere una partita, sarebbe sufficiente insaccare un pallone in più dell'avversario. E Strama sembra percorrere questa strada. Per farlo non si affida però all'ispirazione di un'iniziativa individuale portata dal caso. E non c'é probabilmente al momento un uomo che possa fare tutto da solo costruendosi un'azione da lontano e portandola a termine senza l'aiuto della squadra. Ma se la squadra lavora in attacco, accelera, scardina palloni e tenta la giusta finalizzazione é perché a suo modo sta producendo del gioco. Si vedono degli schemi, si trova un filo conduttore. La squadra ci sta provando seriamente.

In soldoni, se l'Inter di Ranieri avesse prodotto un po' più di gioco dal derby in poi é probabile che Milito, che stava riprendendo a tutti gli effetti il suo ruolo di goleador, avrebbe messo a segno molte più reti. Quell'Inter era sterile e non dava quasi mai la sensazione di poter costruire un'azione pericolosa. E i gol li incassava comunque. E allora in una stagione in cui la nostra copertina sarà necessariamente sempre troppo corta, il fatto di poter tornare a specificare palloni in rete deve essere un primo orgoglioso passo verso il futuro. Che per ora é solo quello presente e si calcola ad ore, partita dopo partita. Altri scenari, al momento, non sono perscrutabili. Un'ultima cosa. Non sarebbe male che qualcuno cogliesse l'occasione per porgere delle semplici scuse. Milito é tutt'altro che un giocatore finito o un bidone, come aveva improvvisato qualcuno. Lo fa la Gazza, nell'assegnare un 7 alla sua prestazione di ieri e aggiungendo che Diego "merita le scuse di chi l'ha giudicato bollito". Lo facciamo anche noi. Lungi dall'averlo mai considerato un bidone (in questo caso temo che le scuse non saranno sufficienti) soffrivamo nel vederlo soffrire. Volevamo che tutto questo dolore gli fosse risparmiato. Succede quando si ama troppo. Succede nelle migliori famiglie. 

Twitter @SBertagna