Stramaccioni sempre più mourinhiano? É questo il paragone azzardato dai media dopo il derby. Un'etichetta pesante e fuori luogo per una nutrita serie di motivi, non ultimo quello di una certa mancanza di rispetto nei confronti dello stesso Strama. Che a quanto pare non ha diritto ad un percorso fatto di scelte sue, sbagli suoi, vittorie sue. Succede talvolta quando hai un predecessore che é stato immenso. E togliere metaforicamente le sue foto dalle pareti non serve (tra il dopo Mou e oggi qualcuno avrebbe senz'altro voluto farlo e non solo metaforicamente) perché lui é ancora lì. Ovunque. Impresso nell'aria con inchiostro indelebile.
editoriale
Moutazione genetica
Stramaccioni sempre più mourinhiano? É questo il paragone azzardato dai media dopo il derby. Un’etichetta pesante e fuori luogo per una nutrita serie di motivi, non ultimo quello di una certa mancanza di rispetto nei confronti dello stesso...
Stramaccioni dimostra autorevolezza anche in conferenza oltre che sul campo e para senza nessun tipo di problema domande e insinuazioni scomode. Spesso con l'ironia e la battuta pronta. Quando serve anche con rabbia. Quell' io non sono nessuno rispetto a Mourinho ne é la prova. Non é lui che fa il modesto, siete voi che lo spingete su un campo dove il confronto non ha senso. Perché i due curriculum sono diversi, perché le due rose erano diverse, perché persino gli avversari non c'entrano nulla con quelli di oggi. Vincere un derby, in inferiorità numerica poi, significa tantissime cose. Strama non sottovaluta La Partita nemmeno per un istante. Ci pensa ancor prima di avere in sacco la vittoria a Baku. Rischia, vince con i giovani in Europa, torna e batte anche il Milan. Un Milan che, come ha detto Galliani dopo l'acquisto di De Jong, punta allo scudetto. Stramaccioni é un allenatore pronto a battersi per le sue idee. Come Mourinho? Certo. E forse non solo.
L'impressione é che non si cerchi di confrontare i due allenatori nerazzurri per regalare meriti a Stramaccioni (meriti importanti, che sta costruendo con pazienza e determinazione in una piazza difficile). Piuttosto, con questo giochino pericoloso, alla prima sconfitta o brutta caduta sarà più facile ribadire quanto siano diversi. Sono diversi. E non esiste un motivo al mondo perché debbano essere uguali. Esultare sotto la curva senza freni diventa il sigillo dell'intesa con la tifoseria. Il lavoro, la serietà, l'amore per la nostra squadra sono cose che ci conquistano e che non dimentichiamo. Che disegnano senza esitazioni l'appartenenza. Stramaccioni ci aveva convinto anche prima. Ma per voi valgono solo gli eccessi, in un senso o nell'altro. O sei Mourinho o non sei nessuno. Misurate con questo tipo di valutazione anche gli altri allenatori, allora. Dove si collocherebbe, per esempio, Allegri in questa scala? A quale sfumatura corrisponderebbe? Sapere di essere nessuno rispetto a Mourinho può rappresentare un vantaggio. Può aiutare a diventare qualcuno. Qualcuno di diverso.
Twitter @SBertagna
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