editoriale

Nainggolan non cambia una squadra e allora niente aste. E Kovacic insegna che…

L’assioma: È un concetto universalmente valido, perché troppo evidente per non esser riconosciuto come tale.  Un principio appunto, applicabile a diverse discipline: matematica, filosofia, arte, calcio ecc. Ebbene si, anche nel calcio...

Alessandro De Felice

L'assioma: È un concetto universalmente valido, perché troppo evidente per non esser riconosciuto come tale.  Un principio appunto, applicabile a diverse discipline: matematica, filosofia, arte, calcio ecc. Ebbene si, anche nel calcio esistono gli assiomi, un esempio? L'Inter e il calciomercato.

Ci spiegheremo meglio:  le ripetitività di alcuni accadimenti legati al mondo interista non saranno certamente passate inosservate agli occhi dei più attenti, fatti talmente ridondanti da arrivare a essere quasi percepiti come colonne costituenti di una disciplina empirica. Provate a rispondere a questa domanda: quante volte, negli ultimi anni, la società nerazzurra è riuscita ad accaparrarsi le prestazioni di un calciatore a lungo inseguito e corteggiato? La risposta vi balzerà alla mente in un batter di ciglia: media vicina allo zero.

Sanchez, Paulinho, Lucas, Lavezzi, Markovic, questo è solo un piccolo elenco di rappresentanza, di cui ci serviamo per rendere ancora più evidente, laddove ce ne fosse bisogno, un concetto chiave: l'Inter è disposta a portare avanti trattative lunghissime, ma non a impelagarsi in pericolose aste al rialzo che da sempre, fanno solo il bene del venditore e quasi mai dell'acquirente, prova ne sia il Psg, che a suon di milioni, è riuscito a strappare alla concorrenza calciatori come Pastore e Lucas, salvo poi accorgersi, di aver elargito con estrema sufficienza, viste le prestazioni non esaltanti di due ragazzi, arrivati a Parigi da fenomeni, salvo essere prontamente rivalutati in maniera decisamente meno decorosa, in corso d'opera.

Nainggolan: Ovviamente, nel caso del calciatore di origini indonesiane non siamo ancora al livello delle sopraccitate trattative. Tuttavia, la situazione sta evolvendo verso una di quelle circostanze poco gradite a Massimo Moratti: Cellino ha tutti gli interessi per aprire un'asta al rialzo e le sue recenti dichiarazioni di incedibilità relative a Nainggolan, potrebbero essere solo affermazioni di facciata, atte ad indurre il compratore ad avvicinarsi solo con un'offerta molto alta: 15 milioni di euro. Questa la cifra richiesta dal presidente del Cagliari per lasciar partire uno degli uomini ritenuti fondamentali per la salvezza della compagine isolana. L'Inter ha tentato il dialogo, c'è addirittura stato un incontro tra le parti, il classico summit per sondare il terreno, sta di fatto però che il Cagliari non strappa promesse a nessuno e di conseguenza venderà Nainggolan al migliore offerente. Insieme all'Inter si sono mosse anche Roma e Southampton, con offerte decisamente interessanti, alle quali il Cagliari non ha chiuso la porta, nonostante le ultime dichiarazioni di Cellino tentino di lasciar intendere altro.

La virata: Non ci sarebbe da stupirsi se gli obiettivi dell'Inter diventassero improvvisamente altri. Nainggolan è sicuramente un profilo interessante, ma non di certo il calciatore che fa la differenza in una linea mediana, per questo motivo gli uomini di mercato della società nerazzurr, potrebbero spingersi verso altri lidi, pur di accontentare mister Mazzarri. Per essere chiari, non è solo una questione di prezzo, ma anche di principio.

Il sentiero nascosto: Facciamo un passo indietro, spostiamoci  allo scorso gennaio: l'Inter ha assoluto bisogno di qualità in mezzo al campo, sono diversi i nomi accostati ai nerazzurri, tutti elencati sulle prime pagine dei giornali, tutti tranne uno: Kovacic. Il calciatore croato rappresentava la pista più complicata e dispendiosa, eppure, è stata quella che la società ha deciso di percorrere, chiudendo una trattativa lampo con la Dinamo Zagabria.

Con questo, si vuole semplicemente dire che il mercato è ancora molto lungo e che non necessariamente debbano arrivare nomi e/o volti noti. Esistono dei sotto traccia, non si lavora su un determinato calciatore, bensì su uno specifico profilo, dettato ovviamente da Mazzarri. Certamente potrebbe essere preso in considerazione il sacrificio di qualche pezzo pregiato che garantirebbe maggiori possibilità di manovra sul mercato, facciamo attenzione però, perchè cessione non equivale sistematicamente ad indebolimento, anzi. Per rendere ancor più chiaro quest'ultimo concetto, vi poniamo un quesito: qualcuno di voi pensa ancora a Coutinho quando vede giocare Kovacic?