editoriale

Un nerazzurro a New York

Le parole di Moratti su come l’Inter stia affrontando il momento non brillante arrivano da New York. In uno di quei grattacieli pazzeschi con vista sul mondo ha infatti sede l’ONU. L’Inter è stata invitata per i 15 anni di Inter...

Sabine Bertagna

Le parole di Moratti su come l'Inter stia affrontando il momento non brillante arrivano da New York. In uno di quei grattacieli pazzeschi con vista sul mondo ha infatti sede l'ONU. L'Inter è stata invitata per i 15 anni di Inter Campus e se ci pensate è una roba fantascientifica. Cioè, lì dove si decidono le sorti di paesi travagliati da guerre, è entrato un pezzetto di nerazzurro. E la dimostrazione che le storie belle come queste interessano decisamente meno di una polemica sul contratto di un giocatore la troviamo nello stupore di chi, forse solo oggi, si accorge che esiste una realtà come Inter Campus. Unica, ad oggi, nell'essere riuscita a far giocare una partita a palestinesi e israeliani nello stesso fazzoletto di campo. Roba di poco conto, insomma. Siatene orgogliosi tutti. Interisti e non.

Per entrare anche nel contenuto di quanto detto da Moratti e per affrontare inevitabilmente la questione Sneijder ci sono alcune considerazioni da fare. Se pensiamo all'Inter che cerca di essere severa nei confronti di un giocatore, che nelle ultime stagioni c'era poco e spesso distrattamente, ci viene in mente un genitore che ha sempre cercato di essere prima di tutto un amico (troppo) comprensivo e che improvvisamente cerca di adottare la linea dura. Dove sbaglia? Lo sbaglio potrebbe nascondersi proprio in quelle occasioni dove il giocatore non si stava comportando da professionista e l'Inter aveva comunque cercato di passarci sopra senza sbandierare la cosa ai quattro venti. Perché le mancanze ci sono state. Il suo rendimento non eccelso, oggi, non si parla per nulla con lo stipendio che percepisce. Ma c'è un contratto, che l'Inter gli ha accordato. Il tentativo di fare chiarezza sulla questione in maniera pubblica si è rivelato un boomerang. Goffo e troppo sincero. Sneijder non è costretto ad accettare. E, non prendiamoci in giro, chi accetterebbe senza esitazioni una riduzione del proprio stipendio? L'Inter paga gli sbagli di un'era dalle decisioni spesso avventate e troppo emotive. Comunque vada il caso Wes conviene abituarsi. Quell'era è finita da un pezzo. E, per fortuna, non ritornerà.

Twitter @SBertagna