fcinter1908 news interviste Akanji: “Era Inter o niente, non serviva Sommer per presentarmela. Il futuro dopo il prestito…”

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Akanji: “Era Inter o niente, non serviva Sommer per presentarmela. Il futuro dopo il prestito…”

Gianni Pampinella
Gianni Pampinella Redattore 

Per tre anni è stato titolare al City, Guardiola l’ha sempre elogiata. Poi all’improvviso la panchina. Quanto l’ha spiazzata?

Questo è il calcio: oggi è in un modo, domani può cambiare tutto. Soprattutto ad altissimo livello. In rosa c’erano sei centrali, nel sistema di Guardiola ne giocano due. E su quel ruolo si fanno pochissimi cambi in partita, quindi eravamo troppi.

Guardiola le ha spiegato la sua situazione?

Sì, ci ha detto chiaramente che due avrebbero giocato, due sarebbero andati in panchina e per gli altri sarebbe stato complicato. Non è stato bello da sentire, perché io ho sempre la pretesa di stare in campo.

Perché ha preferito altri e non più lei?

Questo dovrebbe chiederlo a lui.

Quanto la rattrista la fine improvvisa di tre anni di successi con Champions, campionati e tantissimi minuti giocati?

Non parlerei di delusione. È solo difficile realizzare di non far più parte della famiglia City: dentro di me mi sento ancora un loro giocatore. Anche perché lunedì a Milano non ho incontrato nessun nuovo compagno, visto che non c’erano allenamenti e tutto è stato velocissimo. A Manchester io e la mia famiglia ci siamo trovati benissimo, ci mancherà la vita lì. Ora però devo adattarmi a nuovi metodi, un nuovo allenatore, nuovi compagni e un nuovo sistema. Mi piacerebbe anche salutare di persona i compagni del City, magari con una cena insieme. Non sarà facile incastrarlo con il calendario fitto di partite, ma ci tengo molto.

Non pensa quindi a un ritorno al City dopo il prestito annuale?

È troppo presto per dirlo. Ora penso solo al presente: il fatto è che sono in prestito all’Inter, teoricamente il ritorno è possibile.

(watson.ch)