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A Firenze Inzaghi ha detto: «Il responsabile sono solo io». Le cause di un blackout come quello di giovedì sono in panchina?
«Inzaghi ha protetto la squadra, spostando i riflettori su sé stesso, ma io penso che le colpe vadano condivise. L’allenatore ha senz’altro le sue responsabilità, però i suoi campioni erano irriconoscibili, da Calhanoglu a Barella, da Thuram a Mkhitaryan. Sa qual è il vero nodo di questa Inter?».
Dica pure.
«In certe partite devono giocare i migliori, c’è poco da discutere, ma i migliori in questo momento della stagione non stanno granché. Ecco, questo è un problema che Inzaghi dovrà risolvere in fretta, perché il Napoli corre. Per fortuna quella con la Fiorentina è solo la seconda sconfitta in campionato, niente è compromesso perché il primo posto dista tre punti e c’è ancora lo scontro diretto del Maradona da giocare, ma una cosa è chiara: da qui alla fine servirà molto, molto di più. Da parte di tutti».
Le partite da recuperare stanno diventando un incubo: il ko di Bologna nel 2022 costò uno scudetto, il pareggio sempre col Bologna e la sconfitta di Firenze rischiano di pesare sulla corsa al titolo di questa stagione...
«E non solo quelle. L’Inter ha fatto fatica contro Napoli, Milan, Juventus. Un anno fa si esaltava contro le big, adesso soffre tremendamente. Mi fido di Inzaghi, di questo gruppo ormai conosce tutto, però non si può più sbagliare: negli scontri al vertice deve invertire la rotta».
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