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Benitez: “Champions, Inzaghi ha una rosa ricca: ho visto e rivisto l’Inter e vi dico che…”

Alessandro Cosattini Redattore 

Si attendeva qualcosa in più o in meno da queste prime sette giornate?

«L’Inter è stata brava, sempre in zona sicurezza, mai a rischio, pare abbia gestito in scioltezza. A me piace giocare sempre, ma capisco che crei stanchezza: campionato, Champions, Supercoppa, le nazionali. In realtà, non riesci a riposare e le partite diventano allenanti. Discorso che vale per tutte, Milan incluso, che ha cambiato in corsa ed ha patito turbolenze maggiori. Sulla Juve, è inevitabile, c’era curiosità e non solo attese maggiormente lusinghiere. Il passaggio è un po’ un minimo sindacale e permette a Motta di poter alimentare le proprie idee. L’Atalanta fa quasi storia a sé, ha capovolto qualsiasi pronostico, ha giocato a viso aperto contro il Real Madrid e l’Arsenal, anzi con chiunque. Ha il terzo attacco del torneo, il secondo differenziale tra reti fatti e subiti. Questi sono numeri sbalorditivi».

Ma le è molto piaciuto anche l’entusiasmo di Bologna.

«Una festa che testimonia ulteriormente il prestigio della Champions e l’orgoglio di poterla vivere. La prima vittoria, ottenuta in quel modo, ha meritato l’entusiasmo di un allenatore e di una squadra che non hanno mai mollato, che hanno vissuto questa esperienza non solo con dignità ma anche con una intraprendenza, anche tecnico-tattica, che gli ha fatto l’onore. L’ultimo Bologna, che ha assorbito il cambiamento dal sistema di Motta a quello di Italiano e che ha dovuto aspettare che si ambientassero i nuovi talenti scelti da Sartori, diventa un pericolo in A. Non so dove possa arrivare ma so che sarà un cliente scomodo per qualsiasi grande».

C’è stata per lei una gara-manifesto, e l’ha vista dal vivo: Atletico Madrid-Bayer Leverkusen.

«Due squadre in grande forma che hanno regalato una partita come quelle di una volta. Un’atmosfera sensazionale nello stadio e due stili di gioco completamente diversi che dimostrano come ci siano tante strade per arrivare alla vittoria. Ed è proprio questo il bello del calcio, sottolineato pure da Benfica-Barcellona, in un altro match da restare seduti e sperare che non finisca mai».


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