fcinter1908 news interviste Bonny: “Chivu uguale a Parma, San Siro toglie il fiato. Dopo il 2-2 ecco cosa mi disse Bastoni”

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Bonny: “Chivu uguale a Parma, San Siro toglie il fiato. Dopo il 2-2 ecco cosa mi disse Bastoni”

Andrea Della Sala Redattore 

Lo sa che un anno esatto domani (oggi, ndr) lei ha incontrato per la prima volta Pio Esposito?

«Italia–Francia Under 21 2–2, io e Pio entriamo dalla panchina. Qua abbiamo trovato subito un certo feeling perché siamo simili: teniamo gli occhi apertissimi, ma le orecchie chiuse. Osserviamo ogni dettaglio per migliorare, ma proviamo a non sentire cosa dicono di noi all’esterno. Mettendoci dentro anche Sucic, Bisseck, Luis Henrique e gli altri, siamo un bel gruppo di giovani affiatati in uno spogliatoio che si conosce da anni. È un’esperienza nuova e bella, un mondo da scoprire insieme».

Pensa che le voci esterne siano esagerate per Pio?

«Quando giochi nell’Inter c’è più attenzione su tutti e qui in Italia ce n’è tantissima per lui: è giovane, ha grande potenzialità, nasce in questo settore giovanile, veste la maglia azzurra. Per lui la pressione è tanta, ma penso riesca a gestirla benissimo: non è cambiato, né a lui né a me piace fare i fenomeni».

Le piace, invece, quando la chiamano... Angelo?

«Angelò . Ha iniziato mister Pecchia al Parma: quando giocavo male ero solo Bonny, quando andavo bene mi chiamava Yoan, ma non sapeva pronunciarlo. A volte diceva Jean, a volte Johan... Poi un giorno ha scoperto che nel nome c’era anche Ange e sono diventato Angelò per tutti. A voi piace italianizzare i nomi: Mkhitaryan è diventato Michele, Luis Henrique Gigi, ma poi perché mai? (ride, ndr)».