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Del cammino dell'Inter e del gioco espresso fin qui dalla squadra di Chivu ha parlato l'ex ct Arrigo Sacchi a La Gazzetta dello Sport
«Si dice che l’Inter è favorita perché è in testa, ma la classifica è molto corta e i nerazzurri, in questo campionato, hanno avuto diversi inciampi. Hanno la rosa più attrezzata per vincere il titolo, però non sempre questa rosa riesce a esprimersi secondo le sue potenzialità. Chivu sta facendo un ottimo lavoro, ha dato una chiara impronta di gioco adesso l’Inter è decisamente più verticale rispetto a quella guidata da Simone Inzaghi, pressa con più frequenza e gioca nella metà campo avversaria. Inoltre ha un attacco davvero formidabile. Avere quatto punte come Lautaro, Thuram, Pio Esposito e Bonny è una garanzia per un allenatore che ha il solo compito di osservarli bene in allenamento e poi mandare in campo chi sta meglio.
Sul piano del gioco, però, il Napoli mi soddisfa di più: Conte è riuscito a superare il periodo difficile, causato dai tanti infortuni, ha saputo inserire elementi come Neres e Hojlund, il gruppo ha mantenuto i principi che lo hanno portato allo scudetto della passata stagione, e la squadra gioca bene. Quando è in forma, mi pare proprio una squadra europea».
«Tutti attaccanti fortissimi, però sapete bene come la penso: a fare la differenza è il gioco, non il singolo. Tu puoi avere anche Van Basten, là davanti, ma se non lo rifornisci nel modo giusto ti serve a poco. Lautaro è sicuramente una garanzia e “pesa” anche a livello di spogliatoio visto che è il capitano. Pulisic è cresciuto tantissimo, si è calato benissimo nell’ambiente milanista e, ogni volta che va in campo, dimostra una forte personalità. Yildiz ha i colpi del campione, su questo non si può discutere, però Spalletti deve lavorare su di lui per farlo crescere anche dal punto di vista psicologico. A volte, mi sembra che si assenti dalla partita. Soulé ha numeri non indifferenti, Gasperini è un maestro che lo aiuterà parecchio e gli farà capire come si deve giocare in fase di possesso e di non possesso. Io, tuttavia, se fossi in panchina, come centravanti vorrei uno come Hojlund. Avete visto che progressi ha fatto con gli insegnamenti di Conte? Al Manchester United non era mica così...».
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