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Sommer: “Inter, gioco tanto coi piedi. Appiano e stadio, 2 Inzaghi opposti. Non smetto presto”
"Penso di sì. Naturalmente ho potuto acquisire molta esperienza e ora ho il vantaggio di aver investito molto nel mio corpo e nella mia mente nel corso degli anni. Ma ci sono stati anche periodi della mia carriera in cui ho avuto ottime prestazioni, ma non in una squadra che si giocava i titoli. Ecco perché ora è più evidente".

Anche il tuo allenatore, Simone Inzaghi, è straordinario. Un allenatore molto passionale in panchina. Come funziona?
"Durante le partite è presente con una passione incredibile. Vive con la squadra, sa tutto della tua esperienza da giocatore, non molla mai e a volte vorrebbe giocare lui stesso. Non so se sia mai rimasto nella sua area. È presente e rumoroso nello stadio. Nella sua routine di allenamento quotidiana è molto rilassato, calmo e meticoloso".
La vita in Italia è considerata una delle migliori che un calciatore professionista possa avere. Hai mai pensato: perché non l'Italia prima?
"Non sono mai stato in Spagna o in Inghilterra per dare un giudizio definitivo. In Italia si festeggia il calcio. Tutta la famiglia è coinvolta con enorme passione. È bello provarlo. È davvero bello giocare a San Siro. L'atmosfera e tutto ciò che la circonda sono fantastici. Anche dopo un anno e mezzo, a volte mi viene ancora la pelle d'oca.".
Ci sono state discussioni sulla tua altezza in Italia?
"No, ormai l'argomento è davvero esaurito. Ho 36 anni e non devo più dimostrare a nessuno che posso essere un buon portiere anche se sono alto 1,83 m".
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