fcinter1908 news interviste Spalletti: “La verità su Acerbi! Esposito sarà padrone, sembra Vieri. Icardi e l’Inter…”

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Spalletti: “La verità su Acerbi! Esposito sarà padrone, sembra Vieri. Icardi e l’Inter…”

Andrea Della Sala Redattore 

ACERBI - "Sono sempre di più quelli che trovano scuse o motivazioni per non assolvere i propri impegni e per non prendersi le responsabilità. Sono meno quelli che ci mettono la faccia. In questo caso la possibilità c'era stata di dirmi quelle cose che ha detto dopo. Convocazione di 20 giorni prima, non dici nulla. Poi il giorno prima ti telefono e ti dico guarda avevi ragione tu, in campo un allenatore deve essere sempre disponibile a valutare il campo e il campo diceva che era ed è uno dei più forti. Poi c'era stata la semifinale col Barça e aveva fatto gol. Io gli ho detto il campo ha detto che sei uno dei più forti, prima volevo puntare sui giovani per farli crescere, poi il campo ha detto che sei ancora un leader quindi avevo pensato di convocarti per la partita chiave. Gatti, Buongiorno infortunati, tra lui e Mancini avevo scelto lui. L'ho chiamato, mi ha risposto e mi ha detto se lei dice così allora vengo. Per cui l'ho convocato, poi sono passati 3-4 giorni ha giocato la fine, a 3-4 giorni dalla partita mi ha scritto e ha detto che non sarebbe venuto. Io l'ho chiamato e ha ritirato fuori la situazione di Juan Jesus. Anche lì eravamo intervenuti, sono cose delicate per il nostro calcio. Eravamo tutti partecipi della scelta, non è che potevo fare un colpo di testa. Avevo uno come Buffon a fianco. Se si è creato la soluzione per non avere la responsabilità di quello che è successo ed è contento, sono contento per lui".

TERRA - "Lì mi sento bene, è come uscire da questa gabbia dove sono in città. Lì ci sono gli spazi e i tempi giusti. Il rumore della pioggia e fare la corsa sotto la pioggia in campagna dove percepisci il vento... Lì si riconosce il bisogno delle stagioni, ti vengono a prendere dentro casa". 

TELEFONI - "una volta ero nello spogliatoio della Roma, a quei tempi si facevano le regole dello spogliatoio. Una è era sul telefonino, se suona paga diciamo un euro... Se uno risponde 50 euro. Ovvio le proporzioni erano differenti. A Roma ci sono stato tanti anni, avevo un rapporto profondo coi giocatori, andavo anche a mangiare coi calciatori. Suona un calciatore, mi dicono è sempre lo stesso... Guardo e questo aveva il telefono in mano, tira fuori il portafoglio mi dà 50 euro e mi dice: no mister a questa devo rispondere. Il calciatore era Panucci... Il giorno dopo ne hanno fatto risuonare un altro, io non mi sono alzato dalla scrivania, perché per loro pagare era facile".