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Veron: “Inter più verticale con Chivu. Lautaro leader, micidiale. Paz? Può diventare fuoriclasse”

Andrea Della Sala Redattore 
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista dell'Inter ha parlato della sfida col Como e del duello Lautaro-Paz

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista dell'Inter, Juan Sebastian Veron, ha parlato della sfida col Como e del duello Lautaro-Paz

Come vede il duello di San Siro?

«Considero l’Inter la squadra più forte, per profondità di rosa e qualità dei giocatori, che sono sempre quelli che fanno la differenza. Dunque, vedo favorita l’Inter, però il Como è una bellissima sorpresa ed è anche la dimostrazione che in provincia si può fare bel calcio».

Lautaro e Nico sono i simboli delle due squadre.

«Lautaro segna in tutti i modi, gioca con la squadra e, in area di rigore, è micidiale. Marcarlo è difficilissimo. E poi ha ormai assunto la statura del leader: è uno dei migliori attaccanti al mondo, assieme a Haaland, Mbappé, Vinicius e Lamine Yamal».

Che cosa le piace di Lautaro?

«È sempre al posto giusto nel momento giusto. Significa che sa leggere l’azione e che ha il calcio nel sangue. Per un centrocampista è facile trovarlo, perché lui si smarca con facilità».

Passiamo a Nico Paz. Impressione?

«A 21 anni non è mica semplice trovare giocatori già così pronti. Nico è giovane, il futuro è suo, ma anche adesso è uno che si fa rispettare in un ruolo tutt’altro che semplice. Non mi piace esagerare, ma questa volta dico che siamo di fronte a un talento che può diventare un fuoriclasse».

Qualcuno sostiene che Nico Paz assomigli a Veron. È d’accordo?

«Per nulla, ma non amo il gioco dei paragoni. Soprattutto se fatto tra calciatori di epoche diverse. Io ero più centrocampista, lui è più attaccante. C’è differenza».

Che cosa gli manca, sempre che gli manchi qualcosa?

«Sicuramente l’esperienza, ma è normale data l’età. In ogni caso stiamo parlando di un ragazzo che è cresciuto nel Real Madrid, che ha già fatto qualche apparizione in Champions League. Ecco, a mio avviso, per dare un giudizio completo, dobbiamo vederlo in un grande club di livello internazionale. Un conto è essere una stella nel Como, e lui lo è, un altro conto è avere la continuità di gioco e di rendimento nel Real Madrid, nell’Inter o nel Paris Saint Germain. Ma ha le qualità fisiche e tecniche per stare ad altissimo livello».

Tornando a Inter-Como, che partita si aspetta?

«Il Como è una squadra sfrontata, che gioca guardando in faccia gli avversari. Si comporterà così anche a San Siro, perché questa è la filosofia di Fabregas, allenatore che mi sta impressionando. L’Inter, dopo il ciclo Inzaghi, sta trovando la giusta quadratura con Chivu, la vedo più verticale e più efficace in zona-gol. Sulla carta l’Inter è favorita, però nel calcio le sorprese sono sempre all’ordine del giorno».