Il Bologna ha beffato l’Inter: come è possibile che i nerazzurri non vincano più gli scontri diretti?
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Vieri: “Inter, Chivu deve sistemare una cosa. Fiducia a Luis Henrique e su Frattesi alla Juve…”
«Partiamo dalla classifica: l’Inter è prima, vorrà pur dire qualcosa... Queste sconfitte sono figlie di piccole grandi disattenzioni, dettagli che Chivu riuscirà a sistemare. La sua squadra comanda quasi sempre il gioco, ma quando perde palla rischia spesso il contropiede. Deve essere più attenta e concentrata lì, nelle zone calde del campo, ma è la migliore del campionato, di questo resto convinto».
C’è anche l’emergenza a destra: senza Dumfries fino a marzo, bisogna intervenire sul mercato?
«Io dico che senza Dumfries... non bisogna lamentarsi! Vale per tutte le squadre, non solo per Napoli o Inter: basta piangere, le rose sono tutte profonde. Gli infortuni fanno parte del gioco e si tirano in ballo solo quando si perde. A prescindere dal mercato, l’Inter dovrebbe dare definitiva fiducia a Luis Henrique: si vede che è forte, gli serve solo la continuità che finalmente sta trovando. C’è un tempo per tutto, questo è il suo per dimostrare di essere un top».
Da bomber, come suggerisce di gestire queste quattro punte nerazzurre?
«Avercene... Meglio quattro punte che fanno almeno dieci gol in stagione, come nella squadra di Chivu, che una soltanto da 20, anche se all’Inter, come sempre, Lautaro segnerà un sacco. Il bello, però, è che ci sono tantissime soluzioni: oltre a lui e Thuram, quest’anno con Pio e Bonny si va sul sicuro».
Tra rigore e infortunio, però, non è il momento più felice per Bonny.
«Ha un gran talento, ma ora sta scoprendo quello che abbiamo imparato tutti giocando nei top club: c’è pressione, sempre. Magari all’inizio ti aspettano perché sei giovane, poi però ti giudicano in maniera troppo severa. Avrà sbagliato un rigore, e allora? La verità è che quando non vinci ci si attacca a tutto».
Che cosa pensa quando Pio viene definito “il nuovo Vieri”?
«Penso che chi lo dice non ci capisca poi molto... Ai miei tempi dicevano che ero il nuovo Boninsegna, ma Pio ha caratteristiche diverse dalle mie. È più simile, come struttura, a Toni, altro bomber vero».
Il 2026, però, sarà davvero l’anno di Pio?
«Sta andando benone quando gioca, ma è molto giovane, dobbiamo avere pazienza. Tutti lo vedono grosso, alto, biondo, ma non dicono che l’anno scorso era allo Spezia in B: passare da lì all’Inter è un salto triplo. Finisci per avere subito gli occhi addosso, anche troppo. Pio può migliorare, ha testa ed è nel posto giusto: dipenderà solo da lui. Ma non sono Harry Potter, non so se esploderà subito o dopo».
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