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Zanetti: “Moratti un padre, mi ha cambiato la vita. Mi manca Facchetti, l’Inter…”

Matteo Pifferi Redattore 

Il suo primo impatto con Massimo Moratti?

«Fui prima presentato alla Terrazza Martini, poi mi portarono dal presidente, nei suoi uffici: un colpo di fulmine. Umano, appassionato, subito affettuoso: per un ragazzino come me - non avevo ancora 22 anni - sentire tutto quel profumo di famiglia risultò decisivo. Mi fece poi capire immediatamente che cosa fosse l’Inter... Non l’ho mai dimenticato».

Dopo tanti anni, cosa rappresenta Moratti per Javier Zanetti?

«Molto, moltissimo, quasi tutto. Ha creduto in un ragazzino che non aveva ancora fatto niente, mi ha regalato una vita meravigliosa, non solo professionalmente: è stato vicino a me e alla mia famiglia, sempre pronto a dare una mano e regalare un consiglio. Parliamo di tutto, non solo di calcio. Lo considerò un papà, e non è un modo di dire. Personaggi così non ce ne sono più, soprattutto nel calcio. Scendevo in campo ed ero pronto a dare la mia vita per questa maglia, per i tifosi e per lui».