fcinter1908 news interviste Zenga: “Uomo Ragno nasce così. Mai Inter? C’è un motivo. Italia ’90? Nessuno ricorda che…”

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Zenga: “Uomo Ragno nasce così. Mai Inter? C’è un motivo. Italia ’90? Nessuno ricorda che…”

In un'intervista rilasciata al format Rai Una vita da campione, l'ex portiere nerazzurro si è raccontato e ha parlato della sua carriera in campo e in panchina
Eva A. Provenzano
Eva A. Provenzano Caporedattore 
Zenga: “Uomo Ragno nasce così. Mai Inter? C’è un motivo. Italia ’90? Nessuno ricorda che…”- immagine 1

Ha cominciato nella Macallesi, una scuola calcio in via Ungheria, a Milano. Da lì è partita la storia da calciatore di Walter Zenga e da lì comincia il racconto che l'ex portiere nerazzurro ha fatto a Una vita da campione, format in onda su RaiPlay.

Sui suoi primi passi: «Papà giocava in porta ed era juventino. Smise per un menisco e la mia prima partita da allenatore col Brera è stata contro una delle squadre di papà», ha spiegato. «Quando parli di sacrifici parli del rapporto di coppia, di famiglia, gli amici veri restano nel tempo e si contano sulle dita della mano. Nella mia vita il tradimento più grosso lho subito da un mio amico. Nel rapporto di coppia dopo anni il tradimento è contemplato, ma un amico no. Ma quando pensi che non vedi gli amici il sabato sera, li vedi la domenica quando vengono a vederti giocare».

-Ispirazione Dino Zoff? 

La mia generazione è cresciuta con lui, con Alberttosi che giocava col maglione rosso, Vieri che giocava col berretto strano. Chiaro. Mi ricordo i Mondiali del 1970, Mazurkiewicz, portiere dell'Uruguay, vestito tutto di nero. 

-1980 Sambenedettese? 

Prima della Salernitana, la mia base di scuola per capire cosa non dovevi fare nella vita. Prima partita perso 4-0, lussato un dito e io al rientro paro un rigore e divento leader. Andavo in giro per Salerno fischiettando. Domenica giochiamo in casa col Pisa, stadio pieno, io gasato, prendo due gol dopo 10 minuti che mi viene da piangere ancora adesso. Ho chiesto di uscire dal campo e sono andato via. Una lezione importantissima. A San Benedetto io ho vissuto una tragedia del calcio italiano, non lo dimenticherò mai. L'incendio dello stadio Ballarin l'ultimadi campionato nella gara col Matera. Morirono due ragazze e anche quell'esperienza mi ha segnato tanto. Vedevamo dalla tribuna la gente fuggire, con le fiamme. Mi ricordo tutte le partite per episodi. Ma quella partita lì l'ho cancellata. Perché la vivi male: c'erano le ambulanze in campo, ci dicevano di poter giocare, abbiamo giocato dopo un'ora, una tragedia grandissima, due ragazze morte.