Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico Fabio Capello ha analizzato l'Inter di Chivu dopo la vittoria in casa della Roma all'Olimpico.

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Capello: “Ora possiamo dirlo, è l’Inter di Chivu. Ha già portato a termine la missione di Marotta”
"Sì, adesso possiamo dirlo: questa è l’Inter di Chivu. E vederla è uno spettacolo. È bello vedere i giocatori che si stringono attorno al proprio allenatore come l’altra sera all’Olimpico, perché quello è un abbraccio che fotografa il legame che si è creato, ma è bello anche vedere giocare i nerazzurri, perché tutto ora funziona a meraviglia e la squadra continua a crescere. Di partita in partita, di vittoria in vittoria. Questa è l’Inter di Chivu perché adesso tutti i giocatori, da Lautaro a Barella, da Bastoni a Calhanoglu e Dimarco, fino ai giovani esplosivi come Bonny e Pio Esposito, sono perfettamente sintonizzati con Cristian. Il quale in pochi mesi di lavoro ha portato a termine la missione più importante, e al tempo stesso più delicata, che il presidente Marotta e tutta la società gli avevano affidato: cancellare i ricordi e spazzare via i fantasmi dell’ultimo finale di stagione. Chivu ci è riuscito perché è entrato nella testa dei giocatori e ha riattaccato la spina. Non ha migliorato il livello, perché quello era già altissimo e il valore della rosa nerazzurra non si discute, ma ha migliorato l’autostima, questo sì, ed è un merito enorme. Dopo una stagione chiusa in modo traumatico, il rischio era che la depressione post Monaco finisse per inghiottire i giocatori anche in questa nuova annata. Chivu ha fatto centro proprio lavorando sull’orgoglio: l’Inter ha campioni maturi, magari in là con gli anni, ma non è affatto un gruppo a fine ciclo. Grazie al nuovo allenatore, il concetto adesso è chiaro a tutti.
L’Inter oggi è una squadra di nuovo affamata, che vince con forza, agonismo, umiltà e grande spirito di sacrificio. Avete visto con che carica Barella e Calhanoglu aggrediscono gli avversari? E l’energia inesauribile di Mkhitaryan? E la voglia che mette in campo chi entra dalla panchina? Chivu ha coinvolto tutti nel progetto e l’effetto si vede durante le partite: da Sommer fino a Zielinski, tutti i giocatori dell’Inter si sentono partecipi e si mettono al servizio della squadra. Per un allenatore arrivato da poco tempo, questo è il successo più bello. Come è straordinario vedere Bonny e Pio muoversi con quel coraggio: sono giovani, è vero, ma sono anche già maturi per reggere il peso della maglia nerazzurra. L’Inter oggi vince anche perché alle spalle della ThuLa ci sono alternative finalmente valide, e qui i meriti vanno condivisi: bravo Chivu a puntare su di loro senza aspettare troppo, ma bravi anche i dirigenti a compiere questa sterzata significativa rispetto al passato. Oltre allo spirito e alle risorse della rosa, poi, c’è il gioco, e anche in questo senso Chivu ha più di un motivo per sentirsi orgoglioso. Perché l’Inter pensa in verticale, pressa sempre in avanti e ha finalmente ridotto al minimo l’ossessione per la costruzione dal basso fine a sé stessa. Trovo che sia un cambio di prospettiva molto, molto importante: quando i giocatori si abituano a giocare sempre la palla sul portiere o con passaggi laterali, finiscono per scappare dalle proprie responsabilità. Chivu invece, chiedendo loro di andare il più possibile in verticale, li responsabilizza. E i suoi uomini, da campioni veri quali sono, hanno accettato di seguirlo su questa nuova strada.
Per questo sono convinto che i tifosi interisti possano guardare al futuro con grande ottimismo. Domani si va in Belgio a caccia di punti Champions contro l’Union Saint-Gilloise e sabato ci sarà la grande sfida contro il Napoli al Maradona, il turnover sarà inevitabile e sono curioso di capire se le rotazioni saranno abbondanti come l’ultima volta, ma su una cosa non ho dubbi: a prescindere da chi scenderà in campo in Coppa, l’Inter continuerà a schiacciare sull’acceleratore. Perché Chivu ha riacceso il motore.
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