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TS – Chivu, dai principi nella tesi del master di Coverciano al chip dell’Inter. Allegri…

Eva A. Provenzano
Eva A. Provenzano Caporedattore 
Il giornale torinese parla del derby guardando ai due allenatori, alla loro esperienza diversa, alle loro idee differenti e a come stanno cercando di fare il loro lavoro al meglio anche in questa stagione

Il derby di Milano con i due allenatori a confronto. Il quotidiano TuttoSport parte dall'esperienza differente di Allegri e Chivu. Il primo ha collezionato 835 panchine, il secondo ne ha 35 alle spalle. "Il rumeno vanta un curriculum di maggiore spessore e indubbiamente più vincente da giocatore, grazie a 13 trofei conquistati in carriera. Il livornese è diventato uno degli allenatori con più successi della storia del calcio italiano, con sei scudetti e cinque Coppe Italia", scrive il quotidiano sportivo. 

Chivu arriva dal Master di Coverciano chiuso nel settembre 2020 con una tesi intitolata "I miei principi di gioco divisi poi in 14 punti specifici a loro volta distribuiti in quattro macro-aree: i principi della fase offensiva e della fase difensiva, la difesa della linea di centrocampo e della porta".

"L’ex Tripletista si era poi definitivo un «uomo fortunato» per introdurre la sua tesi: «Vivo ogni giornata come se fosse “la Giornata!”. Ho voglia di portare avanti la mia passione - scriveva Chivu -, imparare cose nuove, uscire dalla mia zona comfort , insegnare, educare ed aiutare gli altri a migliorarsi... Possiedo l’ambizione per superare ogni difficoltà e mettermi costantemente in gioco partendo da quello che è la mia idea di calcio». Chivu, che in un’intervista di un anno fa si definiva «un dittatore democratico» nello spogliatoio, nella sua fin qui breve esperienza all’Inter ha dimostrato di rispettare i suoi ideali. Ha saputo trovare in breve tempo il cip giusto per entrare nella testa dei suoi giocatori e aiutarli a superare un finale di stagione '24-25 drammatico, ridando a molti calciatori nuovi stimoli", scrive dell'allenatore nerazzurro il quotidiano torinese. 

Allegri sta tentando di cambiare il Milan "ha saputo dare alla squadra non solo un'anima, ma anche una chiara identità tattica. Con un punto fermo: il centrocampo a tre. Dal 4-3-3 ipotizzato a giugno, il Milan è cresciuto col 3-5-2 e un trio di inamovibili, infortuni permettendo: Fofana-Modric-Rabiot". 

Nella sua tesi del Master lui scriveva: «Il regista deve inoltre essere dotato di buona tecnica e di un ottimo senso della posizione». "A distanza di venti anni, quindi, aver trovato un Modric, ha ridato senso e vigore alle sue prime idee da allenatore", conclude TS. 

(Fonte: TuttoSport)