In contrasto col suo collega in panchina del Napoli, Conte, nel post partita il tecnico dell'Inter Chivu ha voluto parlare della gara e non delle polemiche

news
CorSera – Chivu elemento di rottura, toglie alibi all’Inter. Ora dovrà incidere su un difetto
"Non tutto è ancora chiaro di Cristian Chivu, che ieri ha compiuto 45 anni e sabato si è seduto per la 21ª volta su una panchina di A. Ma la coerenza sembra già il tratto distintivo del tecnico romeno. Soprattutto nella comunicazione, perché sul campo con 3 ko in 8 partite si può fare meglio. Con le parole però Chivu è già un elemento di rottura. Non solo perché rivela la formazione ai giocatori solo tre ore prima del fischio d’inizio. Ma anche per i concetti espressi sabato, in coda a una serata avvelenata dal «rigorino» e dalle scintille tra Conte e Lautaro, che ha abboccato come un pivello. Alle plateali invasioni di campo verbali del collega dopo le parole di Marotta («Io non mi faccio difendere dal presidente come fosse un papà»), Chivu ha replicato serafico, per togliere alibi", sottolinea il Corriere della Sera.
"La visione dei difetti del nostro calcio è lucida. E anche quella delle mancanze dell’Inter («Abbiamo sprecato energie a litigare e non siamo riusciti a restare coerenti»). Ma urgono rimedi, anche se Chivu rilancia: «Sono ancora più fiducioso di prima, questa squadra si è sempre rialzata». Genio o visionario: quando il confine è stabilito da un palo colpito in più o in meno, è sempre fragile, soprattutto per quello che la sua Inter mostra sul campo, con un’idea di gioco «dominante» che contro avversari di pari livello rischia di esporre la fase difensiva a brutte figure, per età e caratteristiche del centrocampo e della difesa. Ma se l’Inter ha dei punti deboli — non risolti dal mercato con 50 milioni spesi per Luis Henrique e Diouf ancora «congelati» in panchina — sta comunque all’allenatore nasconderli con il materiale a disposizione: perché se è vero che a Torino con la Juve ha pesato l’errore di Sommer sul 4-3 e a Napoli due pali hanno impedito il pareggio a fine primo tempo, è altrettanto vero che lo sviluppo della ripresa è stato caotico, con la squadra allungata dagli strappi di Neres e surclassata a centrocampo, dove né Zielinski né Sucic valgono Mkhitaryan, che oggi saprà quanto resterà ai box (il derby del 23 novembre è a forte rischio).
In attesa del ritorno di Thuram e col ciclo Fiorentina-Verona-Almaty-Lazio da vivere in modo «dominante» ma con gli occhi aperti, la coerenza di Chivu deve incidere sul difetto che è costato tanto all’Inter: l’eccesso di sicurezza, ai confini con la presunzione, che anche a Napoli si è intravisto. E deve sparire: con 3 ko in 8 gare lo scudetto negli ultimi 50 anni è stato vinto solo una volta, dalla Juve nel 2016", scrive il quotidiano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA



