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Il Giornale – Chivu si è preso l’Inter. Barella è stato un manifesto. E un’altra differenza…

Eva A. Provenzano
Eva A. Provenzano Caporedattore 
Il quotidiano parla ancora di Roma-Inter, della vittoria, ma soprattutto di come l'allenatore ha cambiato la squadra dopo il difficile finale della passata stagione

Questa mattina Il Giornale torna sulla vittoria dell'Inter nella gara contro la Roma e il focus viene posto su Cristian Chivu, sul suo lavoro da quando è arrivato sulla panchina nerazzurra tra mille polemiche. "Ha cambiato l'Inter senza stravolgerla. Senza arroganza, senza paura quando sono venuti meno  irisultati, senza alzare la voce ma andando dritto all’obiettivo. Gli mancava l’esperienza, non le idee. E le sta applicando una dopo l’altra, col consenso deigiocatori, elemento non trascurabile". 

"Il primo tempo di Roma è magistrale, europeo, cosa rara in Serie A. Con gli stessi calciatori dell'anno scorso a parte Akanji e Bonny. Eppure è un'Inter diversa rispetto al recente passato: se migliore lo diranno i risultati. I bilanci si fanno alla fine proprio come ha constatato amaramente l'Inter la scorsa primavera", si legge ancora.

E la differenza si vede nel "baricentro più alto, pressione di squadra e non dei singoli, portieri che giocano meno con i piedi, secondo una tendenza che va rapidamente dilagando in tutta Europa (Premier in testa, cominciando da Guardiola, modello che tutti hanno imitato).C’è poi il concetto di verticalità, che tanto sta a cuore a Chivu e che Barella ha esaltato all’Olimpico con il lancio a Bon-

ny, ma lì in realtà si tratta di sapere cogliere l’attimo giusto, sfruttando le ingenuità altrui. Non che in passato lo stesso Barella o tante volte Calhanoglu nonl’avessero fatto. Di certo la squadra s’è fidata di Chivu", spiega il quotidiano.

Ed evidentemente "le medaglie vinte da calciatore hanno pesato più della scarsa esperienza in panchina tra i professionisti. Il gruppo si è fidato di lui e ha saputo trovare i giusti equilibri ed è stato aiutato dai dirigenti che lo hanno scelto, protetto e difeso".

L'analisi di Roma-Inter ha mostrato anche un'altra differenza rispetto al passato: "Bonny ha segnato, Esposito quando è entrato al posto di Lautaro è andato solo a lottare anche contro tre avversari, spalle alla porta e sponda preziosa per i compagni. C'erano una volta Arnautovic e Taremi e l'altra grande differenza col passato sta anche lì", conclude Visnadi.

(Fonte: Il Giornale)