La vita di Chivu è cambiata in pochi minuti. Lo aspettavano al Tardini per il rinnovo del contratto del Parma e invece è approdato all'Inter. È cambiato tutto in una chiamata, ha spiegato SportWeek in un articolo dedicato all'allenatore nerazzurro. "È cambiato tutto all'altezza del casello di Melegnano, Milano Sud. Lo aspettavano al Tardini per la firma sul rinnovo del contratto quando Chivu ha visto sul display del computer di bordo il nome di Giuseppe Marotta che gli stava telefonando. «Eccomi, presidente», ha risposto al secondo squillo. «Cristian, vieni in sede. Ti abbiamo scelto, l'Inter è tua». Certe chiamate sono sentenze che impriogiano - meravigliosamente - non una decisione. O è sì. O è sì", scrive il settimanale de La Gazzetta dello Sport.

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SW – Chivu e quella risposta al secondo squillo. È cambiato tutto…al casello

È successo tutto in estate e nessuno se lo aspettava, ma Fabregas aveva preferito restare al Como. L'allenatore e la squadra che Chivu ha battuto 4-0 con la sua Inter "Si sono incastrati tutti gli elementi giusti, inclusi i pregi di Chivu e i difetti di Cesc. E Marotta ha definitivamente interiorizzato di aver individuato l'uomo giusto nel momento giusto".
«Voglio far crescere l'Inter, non sono qui a caccia di reputazione». Le parole con cui si è presentato mister Chivu vengono commentate così: "Non si tratta di finta umiltà". E poi ancora: "Non era facile, da semi-debuttante, entrare nella testa di un gruppo di calciatori scioccato dalla finale di Champions e da una stagione conclusa malissimo, senza titoli e senza alibi. Lo scetticismo era diffuso, anche tra i tifosi. Ma Chivu ha accettato il rischio del rigetto tecnico, sicuro di guadagnare giorno dopo giorno autorevolezza e tranquillità. Ha imparato a conoscere la squadra negli Stati Uniti, durante il Mondiale per club, e ha poi fornito alla coppia Marotta-Ausilio le indicazioni per migliorarla".

Ovviamente, nello stesso articolo si spiega: "Non tutto è ancora perfetto nell'Inter di Chivu. Ad esempio, le vittorie negli scontri diretti che avevano penalizzato l'Inter anche l'anno scorso, tardano a venire. Si scorge ogni tanto il velo dell'antica presunzione, viziata dall'arte nobile che il nucleo storico ha respirato nel recente passato, colpevole di mascherare i progressi di un calcio sempre più aggressivo e verticale. In alcune partite l'Inter si impigrisce, spegne la luce della ferocia".
(Fonte: SportWeek)
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