Il tecnico dell'Inter Chivu sta dando l'occasione di mettersi in mostra a tutta la rosa e finalmente tutti stanno rispondendo presenti. Ora anche Luis Henrique e Diouf possono dare un contributo importante alla causa.

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Inter, Chivu ha ragione: c’è ancora margine di crescita. Nel motore due cavalli in più
"L’Inter ha speso circa un sesto dei Reds ma aveva comunque i suoi dubbi, i suoi nodi da sciogliere. Perché azzeccare tutti gli acquisti è quasi impossibile per qualunque squadra. Ma nell’ultima settimana due dei pezzi più costosi della collezione estiva, Andy Diouf e Luis Henrique, sono comparsi sotto una luce nuova, quella che mostra il valore di un giocatore, non solo il prezzo, che è spesso una zavorra: soprattutto all’inizio e soprattutto per i più giovani", scrive il Corriere della Sera.
ACQUISTI
—"Bonny già conosceva il calcio italiano, le canzoni della Vanoni e anche Chivu, avuto a Parma alla fine della scorsa stagione. E ci ha messo un attimo a farsi trovare pronto. Pio è tornato a casa, senza l’aggravio di un prezzo da «giustificare». Ed è già l’unico nerazzurro ad aver segnato in tutte le competizioni (Mondiale compreso). Akanji è un lupo di mare, decisivo nella stagione della Champions del City vinta contro l’Inter: si è preso subito il posto da titolare senza fare una piega. Sucic, pur tra alti e bassi ha avuto il vantaggio di partire bene e di mostrare la sua consistenza. Ma gli altri due hanno dovuto fare un percorso ben diverso: «E finalmente non dovrò più parlare di loro, perché si sono integrati» ha chiosato Chivu".
LUIS HENRIQUE
—"Il brasiliano è arrivato a giugno dal Marsiglia di De Zerbi per 25 milioni, con due etichette pesanti, oltre a quella del costo: «vice Dumfries» e «capace di saltare l’uomo». Nulla di questo si è intravisto fino a due domeniche fa a Pisa, terza gara da titolare in campionato per LH, al quale in assenza di Dumfries, era stato preferito Carlos Augusto fuori ruolo nel derby e a Madrid. Sembrava il punto di non ritorno per «Gigi». Invece dopo le buone cose mostrate fra Pisa e Venezia, la fuga e l’assist per l’1-0 di Lautaro col Como, hanno messo in vetrina un giocatore diverso. Perché anche l’Inter è stata diversa: più bassa, più compatta, più veloce a ripartire, allargando l’avversario con un fronte d’attacco ampio. Nel quale il brasiliano è riuscito a esaltare le proprie qualità e a guadagnare autostima e anche la fiducia dei compagni, che prima faticavano a passargli la palla".
DIOUF
—"Un contesto nel quale anche Diouf, mezzala destra arrivato dal Lens a fine mercato e finora mai visto nel suo vero ruolo, ha mostrato potenza e cambio di passo da esterno a destra. Prima in pochi scampoli, derby compreso e poi in Coppa Italia, alla prima da titolare, subito in gol. Segnali non solo dell’utilità di due giovani finiti in un mondo nuovo, ancora tutto da esplorare. Segnali che nel calcio ci vuole pazienza, però non sempre è possibile averla: vallo a raccontare a Slot che da Isak (145 milioni), Wirtz (125), Ekitike (95) solo per citare i tre più costosi, sta ricavando quasi solo delusioni. Ma anche segnali che Cristian Chivu ha ragione quando dice, come ha fatto dopo il rumoroso 4-0 di sabato contro la complessa creatura di lago plasmata da Fabregas, che «possiamo ancora migliorare». Se lo dice, non è solo per il gusto del paradosso. Ma perché sente che nel motore c’è ancora margine di crescita. Anche grazie ai nuovi cavalli", chiude il Corriere.
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