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Il centrocampo dell'Inter può e deve fare sicuramente di più. Lo scorso anno in termini di gol e assist il contributo era stato maggiore. Finora non tutti hanno reso come ci si aspettava da loro.
"Gli «amici» numeri, al momento, fotografano un centrocampo dell’Inter che per il potenziale che ha potrebbe fare di più e al quale mancano i gol delle mezzali. Mkhitaryan, a meno di un mese dai 37 anni, è ancora a secco e in 13 presenze totali ha partecipato – con un assist – soltanto a una rete. E anche su questo si potrebbe fare un appunto: l’armeno ha servito a Bonny il 5-1 in Coppa Italia contro il Venezia delle riserve. Insomma, non proprio un sigillo decisivo né il più ostico degli avversari. «Inspiegabile» secondo lui la semifinale di Supercoppa, più «spiegabili» i suoi numeri fin qui. L’infortunio di fine ottobre è come il maggiordomo nel più classico dei gialli: un colpevole ma non l’unico. L’età è un fattore, il cambio di allenatore un’altra variabile che non può non essere presa in considerazione. Mkhitaryan ha saltato 6 gare, tutte viste dall’infermeria, alle quali aggiungere quattro panchine tra campionato e Champions. In Europa l’anno scorso, a questo punto della stagione, aveva giocato più del doppio(5 partite contro 2) e anche in A si era visto di più (14 apparizioni contro le 9 attuali che hanno più che dimezzato il conteggio dei minuti in campo)", analizza La Gazzetta dello Sport.
"Non è il Micki della passata stagione (ma sono in 4 i mediani ad aver segnato meno dell’anno scorso), gioca poco e — di conseguenza — fa meno gol, ma è l’Henrikh di sempre. Solo che adesso non misura l’impegno con i minuti passati in campo. Barella invece è tridimensionale. Passato, presente e futuro insieme. Ha un gol in meno dell’anno scorso e, ad oggi, l’immagine più recente è quella del rigore sbagliato nella lotteria di Riad. Tiro horror a parte, è lui l’insostituibile del centrocampo cangiante di Chivu. Lui che, con 200 partite in 4 stagioni, aveva già lo scettro di giocatore più impiegato in assoluto da Inzaghi. Alla sua settima stagione in nerazzurro si è re-inventato anche regista ma al di là delle lezioni di tattica e del gioco più verticale di Chivu, Barella deve assolvere compiti morali. Carica, supporto, testa che supera l’emotività per essere sempre un punto di riferimento. Soprattutto per i nuovi".
"Come Sucic (1 gol e 2 assist in 22 presenze) che da novità ancora non ha inciso. Non l’ha fatto nemmeno Frattesi, che nuovo non è, ma il suo rendimento è crollato. Si è visto fin qui in 14 occasioni e sotto porta soltanto per regalare un paio di assist, in Coppa Italia (vedi Mkhitaryan); 365 giorni fa le reti in A di questi tempi erano già 3. Un anno fa la somma dei gol del centrocampo dava 10, poi 6 assist e 7,8 di xG; quest’anno siamo a 9 reti (2 in meno del Napoli) ma 6 di queste sono di Calhanoglu, 8 assist (uno in meno del Como), 7,95 di xG (anche qui alle spalle di Conte che domina con 10,01). Il motore è acceso, Chivu e il suo centrocampo non devono far altro che mettere la quarta", spiega Gazzetta.
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