Troppi i gol incassati nelle prime uscite dell'Inter di Chivu. Il tecnico vuole registrare subito il reparto che negli anni scorsi è stato un punto di forza

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Inter, la difesa preoccupa Chivu. Dietro tutti sotto esame: da Bisseck all’incognita Acerbi
"I conti si fanno presto: sei partite giocate, altrettanti gol incassati. Sarà anche un po’ malandrino questo mini-bilancio della prima Inter di Cristian Chivu, a cavallo tra la coda della vecchia stagione e l’alba della nuova – nel malloppo, oltre alle prime due giornate di campionato, ci sono le quattro partite del Mondiale per club – ma il dato non può non aver acceso una spia di allarme sul cruscotto dell’allenatore che da giugno si è messo alla guida dei nerazzurri. Perché da tecnico attento al dettaglio nonché da ex pilastro di una difesa da Triplete qual è, Chivu sa bene che questa altalena di prestazioni dalle parti di Sommer andrà corretta, stabilizzata in fretta: l’Inter che negli ultimi anni ha costruito le sue fortune anche sulla tenuta di un muro imperforabile, deve rimettere insieme i mattoni e tirarlo su ancora una volta. Come due stagioni fa, nell’annata della stella, come l’anno scorso, quando Acerbi e compagni giganteggiavano tra le difese d’Europa (mentre in campionato faticavano più del dovuto): una sola rete al passivo in tutta la prima fase della Champions, nessuno come loro. Poi la musica è cambiata anche in Coppa, dai 6 gol in due partite presi col Barcellona fino al tracollo shock della finale di Monaco", sottolinea La Gazzetta dello Sport.
Una stagione — e un cambio in panchina — dopo, lì dietro non sembra essere cambiato granché: l’Inter che non aveva rischiato nulla al debutto in campionato contro il Torino ha sofferto e concesso alla seconda rovinosa uscita contro l’Udinese e tutti, dal disastroso Bisseck ad Acerbi e Bastoni, sono arrivati alla sosta in apnea. Qualcuno ha proseguito a singhiozzo, vedi Bastoni in azzurro: bene, benissimo contro l’Estonia (partita nella quale è andato a segno, come nell’esordio in nerazzurro contro il Toro), meno a fuoco contro Israele, in una gara macchiata da un’autorete che poteva costare carissima all’Italia. Peggio ha fatto De Vrij, bastonato dalla stampa olandese per una prestazione un po’ così in Lituania: “Non ha giocato un minuto nelle prime due gare con l’Inter e si vede”, hanno sottolineato nel Paese di Stefan. E allora, se questo è il quadro generale, Akanji oggi sarà davvero il benvenuto, anche se una cosa è certa: l’ex City aiuterà, ma di solo Manuel non potrà vivere la difesa dell’Inter per tornare al top.
"Tutti, dai titolarissimi alle alternative, dovranno ritrovare presto forma, spirito e concentrazione della difesa da scudetto. Con un’incognita da tenere sotto osservazione: la tenuta fisica dei due “vecchi” al centro, in particolare di Acerbi. Il totem 37enne che si esalta nei corpo a corpo ha patito oltremodo la fisicità di Davis nel ko con l’Udinese e adesso è atteso dal duello con Jonathan David allo Stadium. Le grandi battaglie sono il suo pane, chiedere a Haaland, Lukaku e Kean per conferma, e la sosta trascorsa ad Appiano gli toglierà ogni alibi per il duello di sabato: Acerbi sarà ancora guerriero insuperabile o Chivu dovrà cominciare a ragionare su un rapido trasloco di Akanji, dalla destra al centro? Ancora qualche giorno e sapremo. Se Acerbi è ancora lui, e soprattutto se l’Inter potrà proteggersi con un muro di nuovo da scudetto: dopo gli ultimi due derby di Italia, i nerazzurri si sono ritrovati con cinque gol sul groppone. Eccola qui, la partita per sterzare", aggiunge Gazzetta.
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