La democrazia inzaghiana nelle ultime settimane ha fermato il Bayern con primo gol stagionale di Pavard e poi il Barcellona con la scarpa bucata di Acerbi, altro difensore anche in questo caso al primo squillo. Zalewski, col suo tiro a giro e con la sua partita frizzante sulla trequarti, ha chiuso un cerchio nel quale tutti sono coinvolti e nessuno è lasciato indietro, neanche Frattesi che a gennaio aveva la valigia pronta e ha deciso la sfida di Monaco e quella di San Siro coi catalani.
"La questione è dominata dall’empatia di fondo che Inzaghi sa creare e gestire, come un ex calciatore che non ha mai dimenticato le esigenze (e i doveri) di un gruppo. Ma il fatto che tutti i 21 giocatori di movimento siano andati a segno (19 in A, più Acerbi e Pavard in Champions) è anche la riprova dell’abbondanza di una rosa che ha dovuto giocare un torneo extra (14 partite di Champions, finale esclusa) e soprattutto della varietà del gioco nerazzurro.. Stretto fra capacità verbali di Conte e le critiche di Capello a cui invia una frecciata ogni volta («Sottolineo il nostro percorso anche se a qualcuno non piace che lo faccia...»), forse il segreto dell’Inter è lo stesso motivo per cui il suo riconoscimento non è ancora completo: il basso profilo di Inzaghi, che esalta i giocatori con un calcio complesso e totale, ma con saggezza aspetta il raccolto. «Insieme» nel bene o nel male. Come le squadre in missione", chiude il Corriere.
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