- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
news
Getty Images
"Nemmeno il nuovissimo modulo della disperazione, con i quattro attaccanti in campo nel finale, serveall’Inter per ribaltare una partita che sembrava in discesa e diventa un Mortirolo — anzi uno Zoncolan trattandosi dell’Udinese — piazzato alla seconda tappa. Alla terza, c’è già all’orizzonte lo Stadium juventino e la squadra di Chivu ci arriva da inseguitrice del gruppetto di testa. Con pericolosi segnali di fiatone, conseguenza di vecchie presunzioni che riemergono e anche di una transizione verso un gioco più ibrido e imprevedibile (invocato da Chivu) che però sta abbandonando vecchie certezze, senza trovarne subito di nuove". Così il Corriere della Sera racconta la sconfitta dell'Inter per due a uno, a San Siro, contro l'Udinese. Una sconfitta che è arrivata alla vigilia dalla pausa per le Nazionali e si dilaterà per 14 giorni in attesa della gara contro la Juventus.
"Ben inteso: l’Inter crea tantissimo e meriterebbe il pari e l’Udinese (che pure può andare sul 3-1 con Davis) si difende in tutti i modi possibili, ma decine di cross contro una difesa dove il meno alto è 190 cm, denotano una preoccupante mancanza di idee e di giocate alternative con la palla a terra", aggiunge il quotidiano riferendosi alla prestazione.
"Il 2-2 arriverebbe anche al momento giusto, a inizio ripresa, ma il gol di Dimarco è annullato per fuorigioco di Thuram. L’ingresso — con boato annesso — di Pio Esposito al debutto in A non porta nessun lieto fine. E in generale, prima ancora che nell’area friulana, l’Inter perde il confronto a centrocampo, dove Calhanoglu è sovrastato e dove il pressing alto visto col Torino semmai lo fa l’Udinese", conclude. A Torino servirà ben altro e non è detto basti.
(Fonte: Corriere della Sera)
© RIPRODUZIONE RISERVATA