"Basterebbe riguardare il gol partorito a Verona per capire come il lavoro sappia dare frutti. Ad Appiano hanno intravisto una magagna dei veronesi, abituati a difendere con sei uomini sulla prima linea, due sulla seconda e altri due al limite dell’area in ogni calcio d’angolo. Il trucco è stato “attrarre” quest’ultima coppia vicino alla zona di battuta di Calha, costringendola a marcare i rivali ben lontano dalla zona X rimasta sguarnita. Dimarco e Barella, gli altri battitori provetti scelti per calciare al volo, non erano in campo in quel momento e, magari,sarebbero stati guardati dai rivali con altra attenzione rispetto a quella riservata a Zielinski, una sorpresa per tutto il Bentegodi. Quando il polacco si è accorto di essere solo soletto e privo di marcatura a distanza, ha quasi fatto finta di niente: giusto una sistematina ai calzettoni senza dare nell’occhio, il più classico dei diversivi. Prima del piattone di volo, però, è servito il passaggio laser di Calha, così tagliente da fendere l’area: al di là delle buone idee, servono poi virtuosi come questi per trasformare tutto in gol. Tra l’altro, iniziano a essere tanti quelli prodotti da corner: Bastoni contro il Toro, Thuram tre volte tra Juve e Ajax, Dumfries a Bruxelles prima dell’exploit di Verona".
"Dopo averlo avuto come spalla nei pochi e felici mesi a Parma, e prima ancora come compagno di squadra all’Inter, Chivu ha voluto espressamente che Palombo lo seguisse ad Appiano. Nell’esecuzione dei piazzati l’ex centrocampista collabora con i match analyst (nello staff di Lorenzon anche Stefano Castellani, Salvatore Rustico e Marco Savoca) per una esplorazione complessa dei campionati esteri: l’Arsenal di Arteta è uno spettacolo di arte varia, ormai è noto, ma anche dalla Bundesliga sono tratte idee interessanti nella materia in oggetto. Eppure, spesso all’estero, è la stessa l’Inter a essere analizzata per cercare spunti e ispirazioni: al momento, è seconda dietro la Roma per xG (il dato che valuta la probabilità che un determinato tiro si traduca in rete) su palle inattive, 2,70 contro 2,91 a partita. Tutto, però, parte sempre dalle caratteristiche e dal gradimento dei singoli “staccatori”, anche perché non sempre ci può essere un preciso schema a risolvere il puzzle: a volte, basta semplicemente capire quali zone siano difese peggio dai rivali e far cadere lì la palla giusta. Bastoni, ad esempio, ama particolarmente scappare sul primo palo e così, spizzando la palla al momento opportuno, ha segnato al Toro. Questo suo movimento studiato è pure servito a “bloccare” il marcatore dell’Ajax e a liberare così lo spazio per una rete di Dumfries ad Amsterdam. Lautaro gradisce, invece, tagliare in diagonale davanti, mentre Carlos Augusto, Bisseck e Dumfries sono maestri del terzo tempo. Tutte frecce dello stesso arco, ma vengono scoccate prima già davanti a un pc: a Chivu l’idea anti-Verona non piaceva neanche un po’, ma nessuno più di lui sa che fidarsi (dello staff) è sempre bene", racconta Gazzetta.
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