- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
news
Getty Images
Il gol con il Verona di Zielinski è stata una perla di rara bellezza. Schema da corner, palla perfetta di Calhanoglu e tiro indisturbato di Zielinski. Tutto studiato a tavolino e portato sul campo del Bentegodi. Spettacolare, ma non era la prima volta.
"La cartella condivisa dall’Inter è in continuo aggiornamento, adesso c’è un nuovo file dal nome “Kairat”. Ogni giorno ad Appiano azioni sparse da ogni angolo del pianeta vengono passate al setaccio con spirito artigiano. Sono tritate, frullate, cucinate in nuovi video, come farebbe uno chef al piano cottura. Ieri i collaboratori di Cristian Chivu, a partire dal suo fedelissimo Angelo Palombo, hanno così studiato in profondità l’avversario di Champions, arrivato già dal lontano Kazakistan dopo otto ore di trasvolata da Oriente a Occidente. Tutti cercavano un modo appuntito per far male al povero Kairat Almaty usando la nobile arte della palla inattiva, ma hanno capito subito che una diavoleria da calcio d’angolo come quella vista al Bentegodi non potrà essere ripetuta. I kazaki difendono a uomo, il Verona a zona, e fa tutta la differenza del mondo perché non si potrebbe liberare più lo spazio per poter sparare al volo al limite dell’area. Ciò non significa che non si possa far male da corner, come dice lo storico stagionale dei nerazzurri che costruiscono parte delle proprie fortune proprio da lì, vista la batteria di calciatori provetti (Calha in primis, seguito da Dimarco e Barella) e saltatori impetuosi (non solo le punte, da Bastoni a Bisseck le possibilità si sprecano). Lo studio certosino di questo genere di situazioni di gioco è stato delegato dal tecnico romeno proprio all’ex nerazzurro Palombo e all’intero staff di match analyst guidati da Filippo Lorenzon, un passato in Nazionale e unico ad abilitarsi con il massimo dei voti al Master Uefa Pro del 2023", spiega La Gazzetta dello Sport.
"Basterebbe riguardare il gol partorito a Verona per capire come il lavoro sappia dare frutti. Ad Appiano hanno intravisto una magagna dei veronesi, abituati a difendere con sei uomini sulla prima linea, due sulla seconda e altri due al limite dell’area in ogni calcio d’angolo. Il trucco è stato “attrarre” quest’ultima coppia vicino alla zona di battuta di Calha, costringendola a marcare i rivali ben lontano dalla zona X rimasta sguarnita. Dimarco e Barella, gli altri battitori provetti scelti per calciare al volo, non erano in campo in quel momento e, magari,sarebbero stati guardati dai rivali con altra attenzione rispetto a quella riservata a Zielinski, una sorpresa per tutto il Bentegodi. Quando il polacco si è accorto di essere solo soletto e privo di marcatura a distanza, ha quasi fatto finta di niente: giusto una sistematina ai calzettoni senza dare nell’occhio, il più classico dei diversivi. Prima del piattone di volo, però, è servito il passaggio laser di Calha, così tagliente da fendere l’area: al di là delle buone idee, servono poi virtuosi come questi per trasformare tutto in gol. Tra l’altro, iniziano a essere tanti quelli prodotti da corner: Bastoni contro il Toro, Thuram tre volte tra Juve e Ajax, Dumfries a Bruxelles prima dell’exploit di Verona".
"Dopo averlo avuto come spalla nei pochi e felici mesi a Parma, e prima ancora come compagno di squadra all’Inter, Chivu ha voluto espressamente che Palombo lo seguisse ad Appiano. Nell’esecuzione dei piazzati l’ex centrocampista collabora con i match analyst (nello staff di Lorenzon anche Stefano Castellani, Salvatore Rustico e Marco Savoca) per una esplorazione complessa dei campionati esteri: l’Arsenal di Arteta è uno spettacolo di arte varia, ormai è noto, ma anche dalla Bundesliga sono tratte idee interessanti nella materia in oggetto. Eppure, spesso all’estero, è la stessa l’Inter a essere analizzata per cercare spunti e ispirazioni: al momento, è seconda dietro la Roma per xG (il dato che valuta la probabilità che un determinato tiro si traduca in rete) su palle inattive, 2,70 contro 2,91 a partita. Tutto, però, parte sempre dalle caratteristiche e dal gradimento dei singoli “staccatori”, anche perché non sempre ci può essere un preciso schema a risolvere il puzzle: a volte, basta semplicemente capire quali zone siano difese peggio dai rivali e far cadere lì la palla giusta. Bastoni, ad esempio, ama particolarmente scappare sul primo palo e così, spizzando la palla al momento opportuno, ha segnato al Toro. Questo suo movimento studiato è pure servito a “bloccare” il marcatore dell’Ajax e a liberare così lo spazio per una rete di Dumfries ad Amsterdam. Lautaro gradisce, invece, tagliare in diagonale davanti, mentre Carlos Augusto, Bisseck e Dumfries sono maestri del terzo tempo. Tutte frecce dello stesso arco, ma vengono scoccate prima già davanti a un pc: a Chivu l’idea anti-Verona non piaceva neanche un po’, ma nessuno più di lui sa che fidarsi (dello staff) è sempre bene", racconta Gazzetta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA