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CorSera – Rosa vecchia, pochi ricambi, scorie della Champions: Inter, così è dura

Fabio Alampi Redattore 
La pesante sconfitta contro la Fiorentina ha fatto emergere tutti i problemi latenti ma noti da tempo dei nerazzurri

La peggior prestazione della gestione Inzaghi, che va ben oltre il risultato e che apre crepe sinistre. L'Inter è tornata con le ossa rotte dalla trasferta di Firenze, ed è ora chiamata a reagire quanto prima per ribadire a tutti di essere ancora la più forte. Il Corriere della Sera analizza i problemi emersi dopo il 3-0 contro la Fiorentina:

"Il 29 gennaio volava con il Monaco, mentre otto giorni dopo sembra avere le zavorre, con i suoi due piloti storici Calhanoglu e Mkhitaryan dinamici come un pendolare intruppato in tangenziale all'ora di punta. Se il motore non si accende, l'Inter fatica a partire. E anche le fasce, fonte di gioco primaria per Inzaghi, si sono spente all'improvviso. La stanchezza, quella mentale ancor più di quella fisica, è una brutta bestia che anche le altre big di Champions ogni tanto faticano a domare: fino a giovedì l'Inter aveva perso solo 3 volte in stagione, come Psg e Liverpool; il Real ne ha perse addirittura 7, il Barça 6, il Bayern 5".

"Inzaghi, unico ad avere un avversario diretto che non partecipa alle Coppe, deve giocoforza guardare in casa sua, perché se il sogno è la Champions, il campionato resta l'obiettivo. E viaggiare sul doppio binario con la rosa più vecchia in circolazione (record stagionale contro la Stella Rossa: 31 anni di media) non è così semplice. All'Inter serve sangue freddo, per evitare che si insinui l'idea di una possibile stagione da zero titoli, ma anche sangue fresco.

E il mercato estivo finora ha contribuito troppo poco con i due parametri zero Taremi e Zielinski e ancora meno con il secondo portiere Martinez e Palacios, finito al Monza. Da lunedì almeno torna Zalewski, già utile nel derby. Resta il fatto che dall'ottavo di Coppa Italia contro l'Udinese (20 dicembre) Inzaghi ha rallentato le rotazioni, anche a causa degli infortuni, soprattutto in difesa".


"Qui si torna alla casella di partenza: né i più giovani né i più anziani riescono a fare tre grandi partite in 7-8 giorni, non a caso Inzaghi nei giorni scorsi aveva dato segnali eloquenti di nervosismo a causa dell'agenda intasata. E il risultato è che Mkhitaryan è annebbiato, Dimarco febbricitante a Firenze va gestito, Dumfries deve rifiatare. E anche uno dei più freschi come Frattesi non ha mai la bussola per dare la direzione giusta al gioco di una squadra che a volte si dimostra troppo lenta nelle ripartenze avversarie. E anche nelle proprie.

L'attacco poi è un capitolo a sé e dà tutto il senso al romanzo di una stagione: Lautaro è rinato a gennaio, Thuram ha segnato un gol nelle ultime nove ma sta facendo una stagione migliore di quella già eccellente dello scorso anno. Però giocare su più fronti senza ricambi all'altezza — Taremi, Arnautovic e Correa lo sono stati molto raramente — non è possibile".