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Calhanoglu e Thuram, tornati al momento giusto. Inzaghi li ha gestiti, ora è Inter da scudetto

Andrea Della Sala Redattore 

Prendete il turco: la sua stagione è stata tagliuzzata qua e là da svariati problemi muscolari, l’ultimo dei quali lo ha tenuto lontano dal campo praticamente tutto gennaio. Calha si è fatto male nel derby di Supercoppa (adduttori), si è fermato di nuovo mentre recuperava (polpaccio), è rientrato nel derby di campionato, ma ha faticato tremendamente per ritrovare il passo dei bei tempi. Dopo una botta subita a Napoli, ha raccontato che non riusciva nemmeno a camminare. Tra il match con i brianzoli e il ritorno degli ottavi di Champions ci ha messo la firma due volte, segnando in entrambi i casi reti pesanti, e ha rinfrancato l’Inter: la condizione sta salendo per davvero, per la sfida d’alta quota di Bergamo Inzaghi potrà puntare sulla versione migliore del suo regista, e sarà un crescendo fino al faccia a faccia col Bayern, andata l’8 aprile in Germania e ritorno il 16 a San Siro. Merito di Hakan e della sua voglia di trascinare i compagni come faceva un anno fa, certo, ma anche del lavoro fatto ad Appiano e della gestione pianificata da Inzaghi e dal suo staff. Perché su Calha c’è stato un cambio di marcia deciso: si è passati dalla formula “tutto e subito” – sempre titolare tra Milan e Juve, più o meno fino dall’inizio alla metà di febbraio – al dosaggio ragionato, con più panchine che gare da titolare e sostituzioni programmate. Il risultato è il Calha degli ultimi venti giorni, più brillante e di nuovo a fuoco in zona gol: 3 nelle ultime 5 presenze.