"Eppure questa teorica differenza di potenziale non è emersa a lungo", sottolinea Tuttosport
"Calma piatta per mezz’ora, quindi un derby bello e folle. Bello perché Milan e Inter non si sono risparmiati fino all’ultimo secondo, folle per gli episodi che hanno caratterizzato il match. Un match in cui, per la terza volta in stagione, i nerazzurri non sono riusciti ad avere la meglio sui rossoneri. Dopo due sconfitte - all’andata, con Paulo Fonseca in panchina, e nella finale di Supercoppa, alla seconda partita della gestione di Sergio Conceiçao - arriva un pareggio. Stavolta la rimonta è interista, ma senza sorpasso, a certificare l’1-1 finale". Apre così l'articolo di Tuttosport in merito al derby di Milano, finito 1-1 grazie ai gol di Reijnders e De Vrij.
"Un punto che non fa troppo male all’Inter che, grazie al gol in extremis di Angelino, vede la Roma bloccare il Napoli sull’1-1 nel posticipo serale: resta invariato il -3 dalla vetta. Un punto che deve essere una ripartenza per il Milan, almeno a livello di autostima. Il rimpianto, per Simone Inzaghi, comunque c’è e va oltre le dinamiche di campo. Perché, alla vigilia, l’Inter partiva da un punto di forza. Tranquillità a ogni livello, dai vertici al campo, una squadra senza assenze e un cammino fatto di sei partite con cinque vittorie e un pareggio (con il Bologna) e con un bomber ritrovato come Lautaro Martinez (sette gol in questo miniciclo)".