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Tuttosport: “Un pareggio che non fa troppo male all’Inter anche se alla vigilia…”

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"Eppure questa teorica differenza di potenziale non è emersa a lungo", sottolinea Tuttosport
Matteo Pifferi Redattore 

"Calma piatta per mezz’ora, quindi un derby bello e folle. Bello perché Milan e Inter non si sono risparmiati fino all’ultimo secondo, folle per gli episodi che hanno caratterizzato il match. Un match in cui, per la terza volta in stagione, i nerazzurri non sono riusciti ad avere la meglio sui rossoneri. Dopo due sconfitte - all’andata, con Paulo Fonseca in panchina, e nella finale di Supercoppa, alla seconda partita della gestione di Sergio Conceiçao - arriva un pareggio. Stavolta la rimonta è interista, ma senza sorpasso, a certificare l’1-1 finale". Apre così l'articolo di Tuttosport in merito al derby di Milano, finito 1-1 grazie ai gol di Reijnders e De Vrij.

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"Un punto che non fa troppo male all’Inter che, grazie al gol in extremis di Angelino, vede la Roma bloccare il Napoli sull’1-1 nel posticipo serale: resta invariato il -3 dalla vetta. Un punto che deve essere una ripartenza per il Milan, almeno a livello di autostima. Il rimpianto, per Simone Inzaghi, comunque c’è e va oltre le dinamiche di campo. Perché, alla vigilia, l’Inter partiva da un punto di forza. Tranquillità a ogni livello, dai vertici al campo, una squadra senza assenze e un cammino fatto di sei partite con cinque vittorie e un pareggio (con il Bologna) e con un bomber ritrovato come Lautaro Martinez (sette gol in questo miniciclo)".


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"In casa rossonera, invece, tensioni a ogni livello, tra Ibrahimovic che bloccava il trasferimento di Camarda al Monza, Conceiçao messo in discussione per la gestione dello spogliatoio, una squadra smontata e rimontata come se fosse composta da mattoncini del Lego: Calabria e Morata che salutavano, Walker che esordiva proprio nel derby e un bomber che non poteva farlo (Gimenez) perché arrivato proprio alla vigilia della partita. I risultati, poi, non aiutavano, avendo ancora negli occhi la sconcertante prova di Zagabria che ha lasciato fuori i rossoneri dagli ottavi di Champions. Eppure questa teorica differenza di potenziale non è emersa a lungo", aggiunge il quotidiano.