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Var a chiamata, la Serie A si propone come apripista. Protocollo limita intervento tecnologia

Var a chiamata, la Serie A si propone come apripista. Protocollo limita intervento tecnologia - immagine 1
Gravina ha scritto all'Ifab, l'Italia potrebbe proporsi per testare questa novità del Var a chiamata. Challenge allo studio dell'Ifab
Andrea Della Sala Redattore 

Potrebbe esserci una novità in futuro nell'utilizzo del Var. L'Italia si è proposta per testare il Var a chiamata e l'Ifab ci sta ragionando facendo i dovuti esperimenti.

"All’alba di questa stagione, il neo rieletto presidente della Figc Gabriele Gravina aveva annunciato la disponibilità italiana a sperimentare importanti innovazioni per migliorare il calcio e proiettarlo nel futuro. Dal tempo effettivo al sistema elettronico di comunicazione tra allenatore e capitano, per finire proprio con la Var a chiamata e con la possibilità per l’arbitro di motivare in campo le decisioni assunte con l’ausilio della tecnologia. Gravina aveva scritto all’Ifab - l’organo internazionale deputato a modificare le regole del calcio – manifestando la volontà dell’Italia di fare da “apripista” a tali forme di sperimentazione. Candidatura chiara, intanto il challenge è allo studio dell’Ifab", spiega La Gazzetta dello Sport.


Var a chiamata, la Serie A si propone come apripista. Protocollo limita intervento tecnologia- immagine 2

"La Var è nata con un protocollo “ristretto” affinché non diventi una moviola in campo che spezzi la fluidità del match, rendendolo uno spettacolo poco fruibile. Allo stesso tempo, però, questa limitazione dell’intervento

– 1) gol; 2) calcio di rigore;

3) espulsione diretta (non seconda ammonizione);

4) scambio d’identità – è essa stessa limitante, cioè portatrice di fastidiosi cortocircuiti come quello occorso ieri a Empoli. Tomori espulso per seconda ammonizione cercando di fermare un giocatore in sospetto fuorigioco; fuorigioco però impossibile da verificare in quando il Var non può operare nel caso di cartellino giallo. Un vero paradosso. La seconda ammonizione, data o mancata, ha lo stesso peso di un’espulsione diretta nell’equilibrio della gara e in quella successiva, per via della squalifica", aggiunge il quotidiano.