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Inter, vittoria non di corto muso. La rete nasconde un baratro di valori tecnici e personalità

Andrea Della Sala Redattore 
L'Inter batte 1-0 la Juve grazie a un autogol di Gatti, ma la squadra di Inzaghi domina la gara e potrebbe dilagare nel secondo tempo

Vittoria importantissima dell'Inter che domina la gara contro la Juve, trova il vantaggio con l'autorete di Gatti e poi è solamente Szczesny a evitare che i nerazzurri aumentino il bottino. Ora la squadra di Inzaghi è a +4 con una gara in meno.

"Vince l’Inter, ma non dite di corto muso. La differenza non l’ha fatta l’autogol di Gatti, ma la quantità e la qualità di gioco che, sul piano della prestazione, ha permesso all’Inter di staccare la Juve di parecchie lunghezze. Bravissimo Allegri a nascondere fino a qui, in classifica, l’inferiorità tecnica dei suoi ragazzi, ma nel faccia a faccia con la capolista è caduta la foglia di fico. Nonostante un Lautaro minore. Due come Calhanoglu e Mkhitaryan la Juve non ce li ha: hanno dominato per qualità, esperienza e personalità. Pavard, un professore tra gli studenti. Ora i 4 punti di vantaggio dei nerazzurri (che potrebbero diventare 7 con il recupero) rispecchiano meglio la differenza di cilindrata tra le due fuggitive. Il discorso scudetto non è chiuso. La Juve, che non perdeva dal 23 settembre (Sassuolo), ha il tempo per provare a risalire sfruttando l’esenzione forzata dalle coppe, a patto di crescere nel gioco e nell’ambizione", analizza La Gazzetta dello Sport.

"Ieri Allegri ha osato troppo poco. Se davvero l’obbiettivo è un posto Champions, quasi blindato, perché non presentare una Juve più coraggiosa e propositiva? A una squadra giovane avrebbe dovuto chiedere una notte sfacciata, anche a costo di prendere più rischi. I mezzi per farlo ce li aveva. L’avrebbe fatta crescere comunque in autostima. Invece le ha chiesto di restare rintanata dietro, chiusa in casa come i tre porcellini, e l’ha rimpicciolita ancora di più ai piedi dell’Inter. Mezzo tiro in porta in 96’. Che senso ha lanciare Yildiz e poi impedire alla squadra di accompagnarlo? Il ragazzino è stato esposto a una figuraccia. Vlahovic pure. Tanto valeva partire subito con Chiesa che risale il campo e attacca la profondità anche da solo. Szczesny, Bremer e McKennie i migliori. Allegri il più sconfitto".

"In 96’ ha spedito tra i pali un solo mezzo tiro, calciato da Vlahovic e arrivato lento tra i guanti di Sommer, come un pallone bucato. La Juve poteva fare di più e Allegri osare di più. I bianconeri possono anche ripetersi: «In fondo, abbiamo perso solo su autogol». In realtà, il risultato è la cosa migliore che portano a casa. Hanno toccato con mano nel confronto diretto che quel golletto di differenza nasconde un baratro di valori tecnici e di personalità", aggiunge Gazzetta.



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