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CorSera – Stadio, Inter e Milan si separano? Scenario concreto. E le voci sull’addio di Zhang…

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Secondo il quotidiano Inter e Milan potrebbero iniziare a pensare concretamente ad avere due impianti separati

Andrea Della Sala

Non c'è ancora nulla di sicuro, ma nelle ultime settimane si sta prospettando una nuova strada per quanto riguarda il nuovo stadio per Inter e Milan. I due club potrebbero non continuare assieme nella corsa al nuovo impianto.

"La vicenda del nuovo stadio di Inter& Milan, fin qui trattata come «nuovo San Siro», potrebbe dover cambiare definizione e contorni. Smettere di essere di Inter&Milan assieme, intanto. E magari alla fine non portare più nemmeno alla demolizione di San Siro. Non c’è niente di deciso, nessun passo è stato compiuto, ma il termometro registra un raffreddamento sia del piano così come concepito fin qui (abbattimento del Meazza, costruzione del nuovo impianto «la Cattedrale» nell’area a fianco dentro un progetto di riqualificazione con uffici e aree verdi), sia soprattutto dell’idea che i due club continuino assieme", spiega il Corriere della Sera.

Perché non più assieme, intanto: l’Inter sta affrontando una fase societaria delicata, che i tifosi del Milan conoscono bene per averla vissuta nel recente passato. La famiglia Zhang ha una statura diversa dal misterioso Yonghong Li, ma sono ben noti la stretta agli investimenti imposta dal governo cinese, il prestito di 275 milioni che va estinto o rinegoziato nel 2024 con il fondo Oaktree (che in caso contrario diventerebbe proprietario, come Elliott col Milan), e anche i rumors provenienti dal mondo della finanza che parlano del mandato affidato a Goldman Sachs per trovare un acquirente, che potrebbe arrivare a breve a conclusione.

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Comunque vada a finire, non è un’incognita di poco conto che pende sul piano. Ed ecco perché il Milan (con la spinta del nuovo proprietario Gerry Cardinale) è stato, e sarà sempre di più, costretto a prendere in considerazione piani B, C e D, per costruirsi lo stadio da solo, che sia a Sesto, a San Donato o nell’ultima area presa in considerazione, quella dell’ippodromo La Maura, sempre a San Siro, ma che ha l’enorme vantaggio di essere privata. Ai maggiori costi della costruzione dello stadio da soli, vanno scontati i 150 milioni che si risparmierebbero non demolendo il Meazza e non costruendo il sottopasso necessario nel piano originario.

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E l’Inter? Se e quando ci sarà, deciderà la nuova proprietà, altrimenti potrebbe intanto restare a San Siro, magari restaurandolo (e magari rinegoziando le condizioni col Comune). A tutto ciò si aggiunge che il progetto del nuovo San Siro (non abbandonato, sia chiaro), non ha la strada spianata. La questione del vincolo, sollevata dal sottosegretario Sgarbi, sembra ormai superata dalle rassicurazioni del ministro Sangiuliano, ma nell’ultima delibera di giunta il Comune ha comunque messo le mani avanti, con una frase che ha destato un minimo di allerta. Solo un’avvertenza, ma non c’è la sensazione che il Comune spinga per la via più breve a realizzare il progetto. Se a ciò si sommano le condizioni aggiuntive chieste ai club (alcune considerate impossibili), ecco che gli ostacoli non mancano. Un accordo con il Comune si può ancora trovare, bisogna vedere se ha ancora senso cercarlo.

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