fcinter1908 social Ziliani: “Napoli-Inter totalmente falsata dal guardalinee con i super poteri! Chi è Bindoni”

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Ziliani: “Napoli-Inter totalmente falsata dal guardalinee con i super poteri! Chi è Bindoni”

Redazione1908

"Morale della favola: calcio di rigore a favore del Napoli, anche se le immagini dimostrano chiaramente che a cercare il contatto è Di Lorenzo che allarga la gamba sinistra per farsi agganciare da Mkhitaryan: il quale Mkhitaryan sta semplicemente correndo dietro di lui senza mai cercare di intervenire; De Bruyne segna l’1-0 e la sfida scudetto viene così da quel momento semplicemente e completamente falsata. Diciamolo: ci mancava. Era da una vita che un guardalinee, o assistente che dir si voglia, non balzava tanto prepotentemente agli onori delle cronache. Esattamente dal 25 febbraio 2012, giorno del famigerato Milan-Juventus 1-1 del gol-non gol di Muntari, un gol segnato sull’1-0 per il Milan che l’arbitro Tagliavento non vide - facendo quindi proseguire il gioco - e che soprattutto non vide Roberto Romagnoli della sezione di Macerata, l’assistente 2 che vedete qui immortalato nel momento esatto in cui osserva Buffon parare il pallone mezzo metro dentro la porta senza fare una piega e senza informare della cosa, con una semplice alzata di bandierina, l’arbitro in campo.

Domanda: non essendo ipovedente, cosa sarà mai successo al prode assistente di Tagliavento? Qualunque sia la risposta, l’unica cosa certa è che brutture così accadono solo nel campionato italiano: l’unico al mondo ad annoverare guardalinee, come Bindoni, dotati di superpoteri come l’ultravista che permette loro di vedere attraverso i corpi dei giocatori a 30 metri di distanza, e ad annoverarne altri (come Romagnoli) che hanno la particolarità di disattivarsi e andare in blackout quando meno te l’aspetti, cadere in catalessi e non vedere nemmeno più se fuori c’è il sole oppure è notte fonda. Detto che sia Romagnoli (gol di Muntari) che Bindoni (rigore di Di Lorenzo) hanno offerto il loro gentile omaggio ad Antonio Conte (sulla panchina della Juve nel 2013, su quella del Napoli ieri), pura coincidenza naturalmente, domando se a voi sembra normale che le sorti del calcio italiano e la passione di milioni di sportivi e di tifosi continuino ad essere nelle mani di questa grottesca congrega di inetti che risponde al nome di AIA, l’Associazione Italiana Arbitri.

Che non solo è riuscita a trasformare il VAR da strumento di giustizia a strumento di iniquità e prevaricazione, ma ci regala settimanalmente teatrini mai visti come quello visto ieri con un arbitro che concede un rigore a scoppio ritardato non perchè richiamato al VAR, ma perchè a suggerirglielo è un assistente posizionato su Marte che ritiene di aver visto con chiarezza un episodio per lui impossibile da vedere. Ebbene, fino a che questa combriccola di incapaci sarà lasciata libera di fare i propri comodi continuando a fare scempio dei regolamenti e reinventando ogni settimana nuovi protocolli, nuove scelleratezze e nuove narrazioni, non ci sarà salvezza: almeno per chi delle partite e dei campionati decisi non dai giocatori ma dagli arbitri non interessa nulla; per chi vorrebbe un solo regolamento, un solo protocollo, una sola linea guida. Perchè se a distanza di cinque anni dal rigore Cuadrado-Perisic della premiata ditta Calvarese & Irrati ci tocca digerire il rigore Di Lorenzo-Mkhitaryan della premiata ditta Mariani & Bindoni, allora significa che ogni speranza di essere liberati dal male è morta.

E la partita, direte voi? Già, la partita. Sostanzialmente dominata dall’Inter nel primo tempo (due pali di Bastoni e Dumfries, due palle gol malamente sprecate da Lautaro), falsata dal rigore trasformato al minuto 33 da De Bruyne e scaduta in rissa nel secondo tempo anche per responsabilità (autolesionista) di Lautaro e Dumfries nei confronti dei quali a fine match Chivu era giustamente furibondo. Abbiamo sprecato energie a litigare e a discutere con la panchina avversaria, ha detto l’allenatore nerazzurro, e queste energie ci sono mancate quando sarebbero servite per rincorrere McTominay e Anguissa sul secondo e sul terzo gol. Parole sacrosante: in particolare se riferite a Lautaro che nei panni di capitano sta cominciando a fare più danni della grandine (ricordate il j’accuse contro i compagni al Mondiale per club?). Resta il fatto, questo sì preoccupante, che un po’ come accadeva un anno fa con Inzaghi l’Inter ha perso con la Juventus una partita che doveva e poteva stravincere e con il Napoli una partita che doveva e poteva vincere.

E 3 sconfitte in 8 partite sono troppe per una squadra che per organico è realmente la più qualitativa e la migliore del campionato. In quanto al Napoli, che rispetto all’Inter si presentava alla sfida scudetto in chiara emergenza (senza Hojlund, Lobotka, Rrahmani, Meret, Lukaku), dopo avere vacillato per tutto il primo tempo e messo a frutto il gentile cadeau recapitatogli dagli arbitri, ha giocato un secondo tempo da battaglia, col coltello tra i denti e con un McTominay che ancora una volta ha confermato di essere l’attaccante di gran lunga più forte della squadra, un bomber di spietatezza unica. È un po’ come se con lui all’improvviso là davanti spuntasse una specie di Giroud più implacabile dell’originale che di testa o di piede giustizia difese che nemmeno sospettavano della sua presenza.

Reso merito a lui e al gigantesco Anguissa ammirato ieri, resta da dire che la mossa di Conte di schierare Neres come falso centravanti è stata indovinata ed efficace: la mobilità del brasiliano, mai fermo, ha mandato nei matti Acerbi; e i vuoti che il suo movimento ha creato al centro dell’attacco sono stati riempiti con tempismo e precisione chirurgica da McTominay prima e da Anguissa poi. Dopo i 6 gol presi in Olanda, il Napoli ha risposto all’emergenza di organico e allo sbandamento psicologico meglio di quanto ci si sarebbe aspettato. L’assistente Bindoni della sezione di Venezia gli ha dato una forte mano, è vero, ma la risposta che i tifosi aspettavano è arrivata"