I calciatori, infatti, prima si vedevano fare largo credito dagli organizzatori delle scommesse, e poi, man mano che il debito si faceva oneroso, venivano indirizzati alla gioielleria affinché in apparenza pagassero con bonifici perfettamente tracciabili il prezzo di Rolex e di altri orologi di lusso, che però restavano in negozio nella disponibilità degli organizzatori, mentre gli sportivi uscivano solo con l’impeccabile fattura emessa a fronte dell’acquisto simulato.
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Per questa contestata intesa tra organizzatori delle scommesse illegali e titolari dell’oreficeria utilizzata per celare il giro dei soldi, oggi la squadra GdF della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Milano ha eseguito il sequestro di un milione e mezzo di euro disposto dalla gip Lidia Castellucci sui conti della «Elysium Group srl», la società del negozio di orologi che prima stava in Foro Bonaparte e ora ha sedi in via Pergolesi e viale Marche; mentre i pm Roberta Amadeo e Paolo Filippini per l’ipotesi di reato di riciclaggio hanno chiesto gli arresti domiciliari dei tre amministratori del negozio (il socio di maggioranza Scinocca, quello di minoranza e amministratore Parise, e l’ex socio ora dipendente Piccini); e, per l’accusa di esercizio abusivo delle scommesse (pena da 3 a 6 anni), hanno chiesto gli arresti domiciliari dei due ritenuti gestori delle illegali piattaforme di gioco online, Di Giacomo che agiva dalla propria ufficiale sala scommesse della Snai estranea alla vicenda, e Frizzera che garantiva anche la soluzione dei problemi tecnici dei siti illegali. Sulle richieste di arresto la giudice delle indagini preliminari deciderà dopo che nei prossimi giorni avrà acquisito la prospettazione difensiva nell’«interrogatorio preventivo» imposto dalla nuova procedura della legge Nordio.
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