Una ventina di calciatori, invece, sono indagati per il comma 3 della medesima legge del 1989, e cioè per l’ipotesi (dedotta dall’esame delle chat sequestrate a Tonali, Fagioli e De Giacomo) che nello stesso periodo abbiano partecipato sulle piattaforme illegali organizzate da De Giacomo, Frizzera e Marinoni non a scommesse sul calcio ma a giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in particolare alle partite di poker su tavoli online all’interno dei quali era possibile per gli organizzatori creare «stanze chiuse» protette da password e decidere i partecipanti al gruppo di gioco.
La contravvenzione non è un problema enorme dal punto di vista penale, perché può essere sanata con una oblazione, pagando cioè la metà del massimo dell’ammenda prevista, quindi in questo caso con 250 euro. Ma la contestazione può essere più dannosa per i giocatori sul piano disciplinare, perché può attivare la giustizia sportiva attraverso la richiesta di trasmissione degli atti da parte della Procura della Federcalcio.
Tra essi gli inquirenti ritengono di annoverare il centrocampista milanista Alessandro Florenzi (nazionale nel vittorioso Europeo 2021), l’allora attaccante romanista Nicolò Zaniolo (oggi Fiorentina), il portiere juventino Mattia Perin e il compagno centrocampista americano Weston James Earl McKennie, gli ex juventini argentini campioni del mondo Leandro Paredes e Angel Di Maria, il difensore della nazionale e dell’Atalanta (all’epoca all’Inter e al Torino) Raoul Bellanova, il centrocampista della nazionale e del Torino (all’epoca all’Empoli) Samuele Ricci, l’attaccante del Padova (all’epoca alla Cremonese) Cristian Buonaiuto, l’attaccante di Lazio e Empoli (oggi al Parma) Matteo Cancellieri, il difensore dominicano Adames Hector Junior Firpo (Leeds United), il tennista Matteo Gigante, e un’altra decina di non sportivi", si legge.