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Inter, Chivu può sorridere: la squadra ha ritrovato l’ingrediente segreto

Inter Chivu
Alla base del successo di questi anni c'è un fattore che i nerazzurri sembravano aver perso negli ultimi mesi
Daniele Vitiello
Daniele Vitiello Redattore/inviato 

Dietro quell'appello mosso a più riprese dopo Juventus-Inter in fondo c'era un obiettivo chiaro. Cristian Chivu ha chiesto alla squadra, dopo la sconfitta di Torino in particolar modo, di badare al sodo: serve un adeguato tasso di pragmatismo per trasformare buone prestazioni in risultati positivi. Con un pallone in più sparato in tribuna all'occorrenza, ma anche provando a non specchiarsi troppo in una fase di palleggio in cui i nerazzurri hanno sempre mostrato grande confidenza. Ma, soprattutto, con la giusta cattiveria agonistica in campo, dal primo all'ultimo minuto. Ha lavorato proprio sull'approccio e sulla testa dei giocatori, dal suo arrivo ad Appiano. Era consapevole di dover far spazio sulla scrivania del suo ufficio non soltanto a manuali di tattica, ma anche a quelli di psicologia.

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Perché sotto la cenere delle macerie lasciate dal finale della scorsa stagione c'era una fiamma che ora sembra voler tornare ad ardere prepotentemente. Lo ha dichiarato lo stesso Chivu, in riferimento ai miglioramenti in fase difensiva mostrati dalla squadra nelle ultime partite. Non solo accorgimenti di campo, uniti ovviamente a miglioramenti sotto l'aspetto fisico: ciò che sta aiutando ad alzare considerevolmente il livello è quello che il mister ha definito "orgoglio del campione". Ha tirato fuori il concetto due volte. Alla vigilia di Inter-Slavia, ma anche nel post partita. Perché nella seconda di Champions c'è stata ulteriore dimostrazione di un atteggiamento ritrovato, emerso al netto della disparità con l'avversario.

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Lo conferma il rendimento proprio dalla sconfitta dell'Allianz Stadium, che deve aver mosso qualcosa nell'animo dello spogliatoio. Quattro le vittorie di fila: due in campionato, due in campo internazionale. Tre clean sheet, un solo gol subito, contro il Sassuolo. Nove, addirittura, quelli fatti. Non può essere un caso. L'obiettivo ora è chiudere al meglio il filotto di gare prima della sosta di ottobre, ben consapevoli di quanto possa essere in salita il cammino al rientro in campo. Tre le trasferte, una più insidiosa dell'altra, contro Roma, St. Gilloise e Napoli. Prima c'è da battere la Cremonese: con la quinta innestata sarà più facile uscire dallo snodo del calendario.