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Getty Images
Il poker calato in terra belga dall'Inter ha il valore di un compendio del lavoro di Chivu. Il rumeno ha incontrato difficoltà, era inevitabile, ma ne è uscito prima e meglio del previsto. Scavando sotto lo zerbino di Appiano Gentile ha trovato la chiave per entrare in uno spogliatoio che, stravolto dal finale nefasto della scorsa stagione, avrebbe potuto rigettare chiunque. Aver creato un'empatia con i giocatori è stato il segreto che ha portato fino all'exploit delle sette vittorie di fila. Col vento in poppa ora la sua ciurma approderà nel golfo di Napoli a vele spiegate: tra le rovine azzurre dopo la batosta di ieri si nascondono insidie che una squadra matura come quella vista finora non potrà di certo sottovalutare.
L'Inter ha imparato a leggere i momenti, accogliendo proprio il monito di Chivu dopo la sconfitta con la Juventus. Di una partita, ma anche della stagione in generale. Sa bene quale è il peso specifico della prossima gara. Avrà il sapore di una rivincita, dopo quanto accaduto lo scorso anno. Non bisognerà però lasciarsi indurre in tentazione: proprio come fatto ieri, bisognerà prepararsi per affrontare anche il mare in tempesta. Senza perdere di vista l'obiettivo. Le risorse non mancheranno: il mercato tanto vituperato in realtà le ha moltiplicate in ogni reparto. Fino a rendere quasi marginale l'assenza di quello che l'anno scorso era l'unico giocatore in rosa in grado di garantire strappi e imprevedibilità.
Thuram a Napoli non ci sarà. Manca già da tre partite: l'Inter però ha continuato a segnare a raffica. Nove i gol collezionati, serviti a nascondere alla grande il forfait del francese. Gli attaccanti di riserva, in realtà, giocavano tanto anche con Inzaghi lo scorso anno: la differenza è che quelli di ora riescono a essere incisivi a sufficienza. Bonny e Pio contribuiscono a un gol ogni 64’. Ieri si sono trovati benissimo anche insieme, confezionando la prima rete in Champions League del giovane scugnizzo nerazzurro. L'attacco mette in fila numeri strepitosi di partita in partita, ma Chivu continua a preferire di gran lunga un clean sheet a una goleada.
Per un motivo molto semplice, che conferma la sua continua ricerca di empatia e l'attenzione all'aspetto psicologico: sa bene che non subire gol è l'aspetto che più può stimolare un gruppo ad assecondare un allenatore. Perché dà credito alle sue idee e spinge tutti ad assecondarle. Ieri è stato possibile perché la squadra ha retto l'urto dei primi minuti e le relative scosse d'assestamento con maturità, senza lasciarsi trascinare dalle difficoltà. E' salita in cattedra alla distanza, brava comunque a creare spazi e occasioni con una ricerca sempre maggiore della verticalità. E ha beneficiato di cambi puntuali e azzeccati. Non è mica scontato: basta guardarsi attorno per capirlo...
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